L’iniziativa si chiama Guerra o pace, ma Lev Tolstoj (purtroppo) non c’entra niente. È il raduno dei ‘pacifisti’ al chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva, ma ad uno sguardo approfondito sembrano gli Stati Generali di un pezzo importante della sinistra italiana.

C’è un vicecapogruppo del Pd, Paolo Ciani, eletto recentemente su indicazione della segretaria, c’è un pezzo da novanta di Articolo Uno, in procinto fino all’ultimo di entrare nella segreteria dem, Arturo Scotto, ci sono le prime linee del M5S a partire da Giuseppe Conte e Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato ed organizzatrice dell’incontro, il leader della Sinistra Nicola Fratoianni, ed anche, come ovvio, un po’ di intellettuali di complemento come Barbara Spinelli e Ida Dominijanni.

Nel chiostro però aleggia anche l’ombra di un alleato ingombrante: Vladimir Putin, a parole avversato, e nei fatti invece mai chiamato in causa. Gli obiettivi sono altri, sempre gli stessi, l’Unione Europea, accusata anche nel Consiglio di ieri di aver dimenticato la pace, la Nato, che persegue una sua strategia di annessione fin dal 2014, il governo Meloni, reo di aver svenduto la nostra Costituzione agli alleati, Ça va sans dire, guerrafondai.

E così è l’ex presidente del consiglio dal tavolo di ‘Guerra o Pace’, a dare conto dell’ultima piroetta della compagnia: “Difficilmente dopo Putin si insedierà un campione di democrazia in un sistema così complesso. Nessuno si permetta di scrivere che sto difendendo Putin, sono passato per filoputiniano per molto meno, chi banalizza è un superficiale”.

Una battuta che fa il paio con il tweet di Marcello Foa, che non a caso fu Presidente Rai proprio durante il primo governo della Lega con Conte, “Se dovesse vincere Prigozhin avremmo a che fare con un dittatore capace di tutto”.
Che è un altro modo per dire, “alla fine teniamocelo questo Putin”, a cui in fondo non viene elargita neanche la patente di dittatore.

E chissà se Marco Pannella a sentire questo diluvio di parole avrebbe trovato conferme alla sua analisi, lui che nel 1991 disse a Paolo Franchi sul Corsera, “Il pacifismo in questo secolo ha prodotto effetti catastrofici”.

Phil

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