Dopo oltre due ore di camera di consiglio, i giudici della disciplinare del Csm hanno accolto le tesi accusatorie della Procura generale di Cassazione e hanno deciso che l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara va rimosso dall’ordine giudiziario. L’annuncio è arrivato dal presidente del Collegio giudicante Fulvio Gigliotti, che ha parlato di “rimozione dall’ordine giudiziario” perché l’ex pm di Roma è  stato dichiarato “responsabile di tutti gli illeciti”.

Il magistrato era accusato di comportamento gravemente scorretto nell’esercizio delle funzioni. Il procedimento ruotava attorno ai colloqui registrati attraverso il trojan installato sul suo smartphone il 9 maggio 2019: cinque magistrati, all’epoca membri del Csm, parteciparono all’incontro privato organizzato dal pm nell’hotel a due passi da Palazzo Dei Marescialli, alla presenza di Lotti e Ferri, durante il quale il gruppo discusse delle future nomine ai vertici di alcune procure, a cominciare da quella capitolina, dove proprio Palamara aspirava a un posto da procuratore aggiunto prima di venire travolto dallo scandalo.

Nei confronti di Palamara la procura generale della Cassazione aveva formulato due capi di incolpazione: il comportamento scorretto nei confronti dei colleghi, i candidati alla guida della Procura di Roma e alcuni dei pm di quella stessa procura, e il tentativo di condizionare l’attività del Csm, soprattutto quella delle nomine.

Oltre a lui, il collegio è chiamato a giudicare, in altro procedimento, gli ex togati Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini e Luigi Spina.

Subito dopo la sentenza il difensore dell’ex presidente dell’Anm Stefano Guizzi ha negato che la pronuncia Csm sul suo assistito sia una sentenza politica: “Assolutamente no”, ha detto ai giornalisti, ribadendo il “massimo rispetto” per la decisione dei giudici. L’ex pm di Roma non ha invece rilasciato dichiarazioni lasciando il Csm, ma terrà alle 16 una conferenza stampa nella sede del Partito Radicale.