È una raccolta di orrori e paura, nefandezze e fragilità il contenuto delle intercettazioni delle comunicazioni radio tra i soldati russi in guerra in Ucraina, tra i militari e le loro famiglie a casa. Facilmente intercettabili in quanto spesso le truppe usano radio non criptate e telefonini comuni. I servizi segreti occidentali riuscirebbero così a intercettarli facilmente. Il quotidiano tedesco Der Spiegel ha messo in fila alcune di queste comunicazioni da cui emergono le condizioni critiche dei soldati sul campo, l’orrore che in guerra trasforma gli esseri umani.

Una delle conversazioni più sconvolgenti riguarda un soldato e sua moglie. La donna racconta che a scuola della figlia è stata organizzata una colletta per mandare soldi, oggetti, cibo e regali ai militari in guerra. E che la bambina ha preparato un paio di guanti per il padre. Sul biglietto, secondo l’intercettazione, avrebbe scritto: “Papà, devi sbrigarti ad uccidere tutti gli ucraini così torni presto a casa”. La bambina, chiaramente incosciente, e anzi in grottesca buonafede, non è altro che un’altra vittima dell’orrore della guerra.

Poi ci sono soldati che raccontano ai famigliari come si siano cibati di cani, altri che hanno recuperato oggetti da regalare ai parenti nelle razzie. Da altre conversazioni emerge la tragedia della guerra. Quando una donna chiede al marito “perché non li sterminate tutti questi khokli (riferimento ai vecchi cosacchi, ndr)?”, l’uomo risponde: “Credi sia facile? Non è mica un film questo. Da quando sono qui, non ho visto ancora un soldato ucraino. Gli spariamo le cannonate. Mica è semplice beccarli”.

Un altro soldato racconta alla compagna come da due settimana viva sottoterra. “Ho paura di tutti i rumori. Quando tornerò, se tornerò, penso che dovrei chiedere di andare a lavorare al cimitero. Al carico 200 ormai sono abituato e almeno lì c’è silenzio. Guarda, a Capodanno non voglio neanche sentire i fuochi d’artificio. Penso che mi chiuderò in cantina”. Il carico 200 in gergo militare indica le vittime, il carico 300 i feriti. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, intervistato da Sky News Uk, ha ammesso ieri come la Russia abbia avuto “perdite significative” nel corso della guerra, una “tragedia”, pur negando che l’“operazione speciale” stia andando male.

Secondo gli ultimi bollettini delle autorità ucraine, i soldati russi uccisi sarebbero oltre 18.500. Il ministero della Difesa russo lo scorso 25 marzo aveva riconosciuto solo 1.351 soldati caduti in battaglia. I dati non sono assolutamente verificabili, sia per le condizioni di caos e imprecisione che caratterizzano la guerra sia per la propaganda che entrambe le parti alimentano. Come succede in ogni conflitto. E quindi le violenze più brutali: una donna racconta al suo uomo, miliziano delle truppe filo-russe, al fronte dell’arrivo dei soldati russi, presumibilmente da un’area occupata, che i militari “ammazzano, sparano, violentano anche i bambini”. Nello specifico racconta che “non volevo dirtelo, ma non riesco più a stare zitta. Quando sono arrivati, gli abbiamo aperto la porta, gli abbiamo dato pane e salame. Ma poi di notte sono tornati con delle taniche di benzina. Ve le diamo in cambio delle due ragazze. Capisci? Avevano 13 e 15 anni”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.