La polemica sulla 23enne "studentessa dei record"
Parla Carlotta Rossignoli: “Mai stata favorita per la laurea, organizzazione e determinazione i miei segreti”
Carlotta Rossignoli rispedisce ogni critica al mittente: dice di non essere una privilegiata, di non appartenere a una famiglia altolocata (“papà impiegato di banca e mamma casalinga”), che la ricetta dei suoi successi sta nell’organizzazione e nella passione, che tutto all’Università San Raffaele di Milano è stato fatto seguendo le regole. La 23enne di Verona è da giorni al centro dell’attenzione dei media. Prima perché per la sua recente laurea in medicina è stata raccontata come studentessa “dei record” e poi per alcuni articoli scritti da Selvaggia Lucarelli e pubblicati dal quotidiano Domani avevano focalizzato ulteriormente l’attenzione su di lei sollevando perplessità.
Al centro della questione il merito – sul quale si sta dibattendo da giorni anche per la decisione del governo di intitolare anche al merito il ministero dell’Istruzione – e presunti privilegi di cui avrebbe beneficiato la 23enne per i suoi “record” che già nel 2017, dopo essersi diplomata con lode al liceo classico, era stata insignita come Alfiere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’Università San Raffele di Milano aveva già diramato una nota ieri per chiarire il caso ma la polemica non si è per niente spenta. Anzi. E quindi Rossignoli oggi parla per la prima volta rispondendo alle domande di un’intervista di Repubblica.
Su come abbia fatto in questi anni a conciliare lo studio e i viaggi in mezzo mondo, raccontati sui social, ha spiegato: “Gli unici segreti sono l’organizzazione e la determinazione. Amo viaggiare perché è un arricchimento culturale. Lo studio non mi ha mai impedito di dedicarmi alle mie passioni, dal pianoforte allo sport. E poi sono collaboratrice di Telenuovo Verona per le trasmissioni sportive quando gioca l’Hellas“.
E sulla sua laurea da record ha aggiunto: “Innanzitutto bisogna fare chiarezza: è stato detto che ho concluso il percorso accademico in cinque anni, mentre ho sfruttato la prima sessione di laurea disponibile del sesto anno e sono felice del fatto che l’università l’abbia ribadito pubblicamente. Non c’è stata alcuna scorciatoia, né agevolazione. Tutto è stato fatto secondo la legge“. Un “fulmine a ciel sereno” le richieste di chiarimenti dei suoi compagni di corso e dei rappresentanti degli studenti con i quali dice di aver sempre avuto “ottimi rapporti”.
Rossignoli ha rimandato ogni critica dal punto di vista universitario curricolare alla nota diffusa ieri dall’ateneo e ha smentito di aver sostenuto i suoi esami a porte chiuse. E infine ha chiarito anche il passaggio in quell’intervista a Il Corriere della Sera in cui sembrava dire di sacrificare ore di sonno per dedicarsi allo studio e alle altre sue attività: “Quella mia frase è stata terribilmente fraintesa: intendevo dire che se ho un pomeriggio libero non lo trascorro a dormire. Ho studiato Medicina, so benissimo che il sonno è fondamentale. Però sin da quand’ero piccola non ho mai avuto la necessità di dormire molto: mi bastano 6-8 ore, tranne durante le sessioni d’esame, quando studio quasi tutta la notte. In famiglia nessuno dorme tanto: mia mamma si alza presto per andare a camminare, papà per andare in bici”.
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