Quando esce un libro di Eshkol Nevo è un po’ una festa. Se ci si consente una nota personale davvero non forzata, ci accadeva la stessa cosa quando appariva un nuovo romanzo di Abraham Yehoshua, il grande scrittore anch’egli israeliano purtroppo scomparso esattamente due anni fa. Forse è come se Nevo avesse sentimentalmente, intellettualmente preso il posto di quell’immenso narratore: o forse perché la delicatezza del suo scrivere lo ricorda da vicino.

E insomma la festa è per questo “Legami” che è uscito per la nuova collana Feltrinelli “Gramma”, con traduzione di Raffaella Scarsi: sono venti racconti che hanno per protagoniste quasi sempre coppie – la coppia è sempre il riferimento essenziale di Nevo, basti pensare a quello che per noi è il suo capolavoro, “La simmetria dei desideri”.

I vari, appunto, legami tra i lui e le lei non sono mai sciolti una volta per tutte. Non sai se i futuri sposini che sono andati in terapia di coppia saranno felici; non sai se il ragazzo resterà con Reut o se ne andrà in Australia; non sai se lui e “Limonata” che per fare due soldi fanno video porno resteranno insieme; non sai se la coppia di insegnanti senza soldi ne verrà fuori: come sempre in Nevo c’è sempre un’altra possibilità. Persino se ti muore improvvisamente il padre dopo un concerto di Bruce Springsteen (“Hungry Heart”). Persino se scopri che tua moglie picchia tua figlia (“Zero tolleranza”). «Sarà un nuovo inizio per noi, gli promise in seguito – Lo spero, rispose lui – Un nuovo inizio non ci farebbe male, aggiunse lei-Sì, confermò lui-Possiamo vivercela come un’avventura, propose lei-Forse tu la puoi vivere come un’avventura, pensò lui» (“Dopo il tramonto”).

Ecco. Potrà essere come potrà non essere: che ne sappiamo, del futuro? Tutto ciò è molto “occidentale” ma vorremmo dire che è molto israeliano. Cos’è il domani, per un cittadino di Israele, se non– anche, soprattutto – aver superato un altro giorno? Qui non c’entra la guerra attuale, sulla quale peraltro questo scrittore ha realizzato importantissimi articoli anche sul Corriere della Sera, ma per un israeliano la guerra è immanente: «La prima cosa che fai quando c’è stato un attentato è valutare le probabilità che qualcuno che conosci sia coinvolto».

Si srotola sempre, la guerra, come un orrendo tappeto sul quale i personaggi di Nevo scorrono, incespicano, talvolta si rialzano, più spesso cadono, ed è inutile cercare di capire perché. Il caso, come insegna Montaigne, domina l’esistenza. Per esempio Dandan vende l’erba, piace a tutti, specie alle donne. Ma un giorno perde un occhio in un attentato opera di un kamikaze in un ristorante. La morte è lì dietro l’angolo ed è misteriosa quasi quanto la vita, ci dice Eshkol Nevo con la sua penna leggera e il cuore pesante di speranza e di dolore.