I ritardi del Piano
Pnrr, dov’è la terza rata? Non lo sa neanche Fitto
Della terza rata del Pnrr si sa poco. Non c’è un sito sul quale reperire informazioni, il Ministro Fitto non dice una parola. Quel che è certo è che alla data del 30 giugno i target non sono stati completati. E 19 miliardi di euro restano bloccati.

Perché è bloccata la terza rata del Pnrr? Non lo sappiamo. Anzi le uniche, poche, cose le sappiamo grazie in particolare a due giornalisti: Gianni Trovati del Sole24ore, e Federico Fubini del Corriere della Sera. Che ogni 3×2 ci raccontano un nuovo intoppo. Che il ministro Fitto né smentisce né conferma. Perché mentre i suoi colleghi fanno una intervista a settimana, Fitto non parla, non ha un ufficio stampa, non rilascia interviste ai giornali. Non ha un sito, e su quello del Pnrr non c’è nulla di utile.
L’ultimo episodio è accaduto due giorni fa. Gianni Trovati ha scritto che Bruxelles aveva bloccato i fondi sugli asili perché per l’Italia (o meglio, per i comuni che devono realizzarli) era sufficiente ampliare quelli esistenti. Mentre per Bruxelles bisognava costruirne di nuovi. Vero, falso? Fitto muto, tant’è che è dovuta intervenire direttamente la Commissione europea per smentire il sole24ore: «Il Pnnr italiano prevede la creazione di circa 264.000 nuovi posti per i servizi educativi alla prima infanzia. Ciò può avvenire attraverso la costruzione o la riqualificazione di asili nido, con l’obiettivo di aumentare i posti disponibili». Aperto il dibattito sul significato di “riqualificazione”. Per Federico Fubini invece la terza rata è bloccata a causa degli studentati. Sembra che a dicembre scorso l’Italia abbia dichiarato a Bruxelles di aver già realizzato 7.500 posti letto per studenti (gli appalti sono ad opera delle università), ma per alcuni di questi i lavori sono ancora in corso. Così mentre la commissione ispeziona le carte con controlli severissimi persino sulle matricole degli studenti che avranno accesso, 19 miliardi di euro restano bloccati. Gli errori sono da distribuire fra il governo precedente — che ha sottovalutato la complessità del progetto — e l’attuale che, tecnicamente, ha dichiarato a Bruxelles qualcosa che non era vero. Ma perché Fitto non dice nulla? Persino Elly Schelin ha dovuto dire «Pare che la terza rata del Pnrr sia bloccata anche per le scelte che il governo sta attuando sugli studentati». “Pare” perché il segretario Pd lo ha letto da Federico Fubini, non sui documenti ufficiali. E Fitto né afferma né smentisce.
Mesi fa si diceva che il problema della terza rata era legato alle caldaie. Praticamente nel Pnrr erano stati inseriti 15 miliardi di superbonus per sostituire con caldaie a gas altre caldaie a gas. Cosa segnalata dalla Commissione. Certo non era colpa dell’attuale governo, ma perché il ministro Fitto non lo ha spiegato?
Quel che è certo è che alla data del 30 giugno i target non sono stati completati. In fuorigioco sono finite le stazioni di rifornimento a idrogeno per il trasporto stradale, l’aggiudicazione degli appalti pubblici per l’installazione di 2.500 stazioni di ricarica veloci e ultra-veloci per veicoli elettrici in autostrada e almeno 4mila in zone urbane e l’aggiudicazione del l00% dei lavori per gli asili nido. Ma lo sappiamo dai giornali, non da Fitto. Anche per lo stralcio degli stadi di Firenze e Venezia, Fitto ha preferito promettere ai sindaci di trovare altri fondi pubblici, anziché raccontare agli italiani l’assurdità dell’imbroglio di voler far passare gli stadi come rigenerazioni urbana. E quanti altri progetti cosi ci sono? Per non parlare di quelli che mai vedranno la luce perché impossibili entro il 2026, dall’impianto Dri per Ilva, a interi tratti ferroviari, dissalatori, o altri, come le piste ciclabili nel nulla, che sarebbe meglio non fare.
Perché il Pnrr non è un pozzo. Siamo d’accordo che rivederlo è un bene, per stralciare progetti irrealizzabili e inutili e concentrarci sulle infrastrutture indispensabili per rilanciare il Paese evitando spesa pubblica a debito e clientelare. Ma una maggior trasparenza e un ministro meno fumoso («Fitto fa più fumo del Vesuvio» cit. De Luca) renderebbe tutti più collaborativi. Come ha detto Fubini concludendo il suo pezzo sugli studenti «Non c’è ancora che tenga se il marinaio nutre troppa fiducia in sé stesso o inutili pregiudizi».
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