Nel carcere di Poggioreale apre la pizzeria “Brigata Caterina” e così detenuti e personale penitenziario potranno assaporare la vera pizza napoletana prodotta direttamente in loco. Si tratta di un progetto sperimentale nato dalla collaborazione tra il Ministero della Giustizia e la diocesi di Napoli, finanziato dalla Cassa delle Ammende, che offrirà la possibilità di mangiare la vera pizza napoletana ai detenuti e al personale dell’istituto, ma anche di formare i reclusi consentendo la qualificazione professionale e l’avviamento al placement. “Da ex detenuto ricordo quando con i miei ex compagni di cella sognavamo di mangiarci una pizza durante la reclusione – racconta Pietro Ioia, garante dei detenuti di Napoli – Adesso finalmente questo sogno si realizza”.

La pizza è realizzata dai detenuti che hanno svolto il corso di formazione da pizzaiolo e aprirà presto anche una sede a santa Lucia con lo stesso nome. “Poggioreale sta facendo dei progressi  – continua pietro Ioia – Purtroppo è un carcere che ci vuole la bacchetta magica però con il nuovo direttore carlo Berdini stiamo facendo tanti passi avanti”. La pizza avrà lo stesso costo che all’esterno e appena sfornata va nelle celle. È un progetto di formazione valido e che apre nuove possibilità a chi ha sbagliato ma ha voglia di riscatto.

La pizzeria non è solo una possibilità culinaria ma anche e soprattutto un incentivo a cambiare vita, a imparare un mestiere per poi trovare un buon lavoro qualificato una volta scontata la pena. “L’iniziativa, che ha visto la creazione di una rete di attori istituzionali come l’Università Federico II, il Suor Orsola Benincasa, la Regione Campania, l’UIEPE, le associazioni dei pizzaioli, oltre al ministero della Giustizia e alla diocesi di Napoli, rappresenta una vera e propria rivoluzione culturale per il carcere napoletano e una concreta chance per quei detenuti che vogliono rimettersi in gioco e cambiare vita”, ha scritto su Facebook Antonio Mattone, tra i promotori dell’iniziativa.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.