Lo scambio di battute fra Alessia Sinatra e Luca Palamara riportato nel capo d’incolpazione nei confronti della pm antimafia non sarebbe quello corretto. È stata la difesa di Sinatra, rappresentata dal professore Mario Serio, a sollevare il caso davanti alla Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura. Ieri era in programma la prima udienza del processo dove la dottoressa Sinatra è accusata di aver tenuto un comportamento “gravemente scorretto” nei confronti del procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo.

“Il porco deve cadere” avrebbe detto, il condizionale a questo punto è d’obbligo, Sinatra a Palamara alla vigilia della nomina del nuovo Procuratore di Roma, incarico per il quale Creazzo aveva fatto domanda. Palamara avrebbe dovuto allora stoppare la corsa di Creazzo per il posto di Pignatone. Il motivo dell’astio era dovuto a delle molestie subite dalla pm da parte di Creazzo mentre i due erano ad un convegno a Roma. “Palpeggiamenti” e non solo avrebbe riferito l’interessata. Sinatra non aveva denunciato Creazzo e si era sfogata con Palamara.

La notizia era diventata di pubblico dominio dopo il sequestro del cellulare dell’ex presidente dell’Anm nell’ambito dell’indagine della Procura di Perugia. La Procura generale della Cassazione aveva chiesto di sentire Francesco Vetrano, stimato professionista amico di Sinatra, con cui si era confidata il giorno dopo la molestia. Vetrano, però, non era stato mai sentito e la sua deposizione è avvenuta solo ieri. Il professionista ha raccontato quanto accaduto e di aver suggerito alla magistrata di andare da uno psichiatra.