Giudizio disciplinare per Giuseppe Creazzo ma anche per la sua accusatrice, Alessia Sinatra. È la richiesta arrivata dalla Procura generale della Cassazione guidata da Giovanni Salvi. La vicenda riguarda le accuse di molestie sessuali rivolte dal pm di Palermo Sinatra nei confronti del procuratore capo di Firenze Creazzo: un caso risalente al 2015 ed emerso da alcune chat della pm di Palermo con l’ex presidente dell’Anm Luca Palamara, recentemente radiato dal Csm dopo un processo lampo.

Giurami che il porco cade subito”, scrisse la Sinatra, ex vicepresidente dell’Anm ed esponente di primo piano di Unicost in Sicilia, il 23 maggio dello scorso anno a Luca Palamara, l’ex zar delle nomine al Csm ed ex presidente dell’Anm. Il “porco”, come si capirà nei messaggi successivi, era Giuseppe Creazzo, l’attuale procuratore di Firenze, anch’egli toga di Unicost.

L’azione disciplinare nei confronti di Creazzo è stata richiesta “a seguito delle accuse specificamente a lui rivolte dalla dr.ssa Sinatra in sede di interrogatorio disciplinare”, si legge in una nota firmata da Salvi. Quanto alla stessa pm di Palermo, l’azione disciplinare nei suoi confronti nasce invece “non certo per aver denunciato i fatti”, precisa l’ufficio del pg, ma per “l’uso improprio di quei fatti, al fine di ricercare una privata ‘giustizia’, come dalla stessa dottoressa rappresentato. Valuterà la Sezione disciplinare se ciò costituisca condotta scorretta e se, in tal caso, essa possa considerarsi giustificata dagli aspetti personali coinvolti”.

Il procedimento contro il sostituto della Dda di Palermo viene accolto con “amarezza e sorpresa” dall’ex consigliere del Csm Mario Serio, difensore della Sinatra. “La procura generale sembra considerare che la partita possa ritenersi chiusa in pareggio con due distinte incolpazioni“, spiega infatti Serio, che evidenzia come si tratti di “posizioni totalmente e sideralmente distanti l’una dall’altra e amareggia che si dica che la dottoressa Sinatra abbia inteso perpetrare una sorta di giustizia privata”. La Sinatra “non ha mai sostenuto questa tesi. Ha solo detto che si trattava di un privato colloquio nel quale risaltava la propria amarezza e il proprio rammarico” e per quanto riguarda i messaggi con Palamara “non ha mai inteso interferire con l’attività del Csm, né avrebbe potuto farlo, parlando con un estraneo al Consiglio superiore, una persona con cui aveva grande confidenza e una delle prime a cui nel passato aveva comunicato l’episodio”.

Lo stesso Palamara è intervenuto sulla vicenda, sottolineando all’AdnKronos come pur essendo “l’interlocutore della chat con la Sinatra nella vicenda Creazzo non sia mai stato ascoltato come testimone”.

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia