Conte chi? Il leader del Movimento 5 Stelle deve fare i conti con una sconfitta che probabilmente nessuno aveva preventivato alla vigilia: quella di Ettore Licheri, capogruppo uscente al Senato fedelissimo all’avvocato di Volturara Appula, che ha incassato una ‘fumata nera’ nelle votazioni per l’elezione del leader a Palazzo Madama dei pentastallati.

Il primo scrutinio ha visto infatti un clamoroso pareggio: 36 voti a testa per Licheri e Mariolina Castellone, campana di 46 anni, oncologa e vicina al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. 

Un primo voto condito anche da un ‘giallo’, ovvero da una scheda contestata, assegnata a Licheri nel computo finale ma comunque ininfluente ai fini del risultato: al primo e secondo voto serve infatti la maggioranza assoluta dei 74 senatori grillini, solo dal terzo quella dei votanti.

Un risultato, come detto, arrivato a sorpresa e che rappresenta ancora una volta un “fuoco amico” per Conte, esempio lampante di come l’ex presidente del Consiglio faccia fatica, per usare un eufemismo, a controllare le truppe parlamentari.

Conte è recentemente finito nel mirino dei parlamentari anche la decisione di mandare in tv soltanto i cinque vicepresidenti pentastellati, Paola Taverna, Mario Turco, Riccardo Ricciardi, Michele Gubitosa e Alessandra Todde.

Tornando allo scrutinio al Senato, alla vigilia del voto odierno Licheri era accreditato di circa 40 voti sicuri: la Castellone invece, approfittando del crescente malcontento all’interno del gruppo al Senato, è riuscita addirittura ad arrivare ad un pareggio al primo scrutinio. 

Castellone si è candidata con un direttorio composto da Vincenzo Garruti (vicepresidente vicario), Lalla Mantovani, Felicia Gaudiano, Fabrizio Trentacoste e Agnese Gallicchio (tesoriere). L’uscente Licheri invece con Agostino Santillo (vicepresidente vicario), Gabriella Di Girolamo, Maurizio Santangelo, Gabriele Lanzi, Elisa Pirro (tesoriere).

La seconda votazione che potrebbe ripetersi domani o, forse, slittare a martedì della prossima settimana.

Sullo sfondo c’è poi la ancora più complicata questione del capogruppo alla Camera, dove l’uscite Davide Crippa è da tempo dato in rotta con Conte ed è un fedelissimo del garante del Movimento, Beppe Grillo. 

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia