Enrico Letta vuole finalmente dare un nuovo ruolo alla segreteria nazionale, e prendere in mano la situazione del Pd al mezzogiorno succube dei potentati di De Luca ed Emiliano, i quali hanno già annunciato il loro terzo mandato. Alcuni intellettuali partenopei nei giorni scorsi hanno inviato una lettera molto forte al segretario nazionale chiedendo di aprire un dibattito sul deluchismo, e Letta ha fatto sapere di occuparsene presto. Dopo qualche giorno il segretario regionale del Pd campano Leo Annunziata si è dimesso. A distanza di due giorni, ieri, lo ha fatto anche Marco Lacarra segretario del Pd Puglia, già commissariato dallo scorso anno per violazione allo statuto nazionale.

A differenza di De Luca qui Michele Emiliano non può partecipare al partito, perché Csm e Corte Costituzionale glielo hanno vietato essendo ancora magistrato. Eppure continua a presenziare a tutte le riunioni nonostante sia dentro che fuori dal Pd sono tutti uomini suoi. Solo qualche mese fa infatti il governatore ha ufficializzato, alla presenza di Francesco Boccia, la federazione delle civiche a lui riconducibili formate o da fuoriusciti del Pd per frizioni locali, o da uomini di centrodestra cooptati dal suo sistema di potere. Alle amministrative in molti Comuni queste civiche si presentano contro il Pd. Il casus belli è scoppiato a Barletta, città della disfida. Emiliano ha prima provato a sostenere il sindaco di centrodestra uscente, poi ha costruito una coalizione con parte di quell’amministrazione mascherata nei simboli della sua federazione, ma senza i 5 stelle e la sinistra.

In questo limbo si è trovato incastrato Francesco Boccia, in Parlamento perché inserito nel listino bloccato in quota Michele Emiliano, ma ora responsabile degli enti locali nominato da Enrico Letta che gli ha dato mandato di costruire il famoso campo progressista con i 5 stelle in tutta Italia. Boccia, famoso per il suo “combattere le destre”, ha inviato una lettera al circolo di Barletta per “sospendere ogni ulteriore iniziativa contraria all’alleanza progressista voluta dal Pd nazionale” e sottolineando che “alcuni movimenti civici ritengono di poter agire come se la Puglia fosse un territorio a parte”. Come se non bastasse Letta ha fatto intervenire direttamente il suo braccio destro Marco Meloni: “Riteniamo sia un grave errore che a Barletta si tenti di intraprendere una strada fondata su un confuso coacervo di liste civiche che sembrano prescindere da qualsiasi discrimine tra centrosinistra e centrodestra, e dunque privo di alcuna connotazione progressista”. La risposta del segretario regionale Lacarra a Letta era scontata: “Sono 15 anni che con questo metodo in Puglia vinciamo tutte le elezioni”.

E così il giorno dopo, come se nulla fosse, Emiliano, Lacarra e la sottosegretaria Assuntela Messina hanno presentato il loro candidato sindaco di Barletta, ignorando anzi sfidando il richiamo della segreteria nazionale. Ieri Letta ha incontrato Lacarra, che non ha potuto far altro che mettere a disposizione il mandato.
Ora pare che Letta voglia nominare commissario del Pd pugliese Francesco Boccia, che però è sempre stato complice di questo sistema e fedelissimo di Emiliano. Cosa cambia? Sarebbe come se in Campania togli Enzo De Luca e metti il figlio Piero. Infatti la corrente Orlando chiede che, come si è sempre fatto, il commissario sia uno di fuori. Anche perché nessuno crede alla messa in scena della lite tra Boccia ed Emiliano sull’altare di Barletta o delle amministrative, che è piuttosto un gioco dei ruoli per dimostrare autonomia a Roma e poi gestire in autonomia la vera posta in gioco: il listino per le politiche.

Infatti nella guerra è intervenuto anche Articolo1: «Merita attenzione la nota romana sulle scelte politiche del PD pugliese, perché evidenzia che in Puglia il PD non sta lavorando alla costruzione di un progetto politico e sta prediligendo alleanze occasionali senza alcun discrimine tra centrosinistra e centrodestra». Emiliano infatti oltre a decidere i candidati del Pd, e delle sue civiche, come a Taranto mette uno dei suoi anche come sindaco del centrodestra. E mentre Letta sembra prenderne le distanze, la (finta) opposizione pugliese ne condivide i candidati e il metodo, e il Governatore se ne vanta: “Il centrodestra ha preso questa abitudine di candidare a sindaco uno di noi cercando di imitare il metodo Emiliano”. Terzo mandato garantito.