Già ha lasciato a dir poco perplessi che Letta corra nel collegio di Siena senza il simbolo del Pd. Che è un po’ come dire una squadra che scende in campo senza maglia. Il caso Emiliano getta ancora più scompiglio in un Pd confuso su molti dossier, dall’identità al programma passando per le alleanze. Il senso di responsabilità per far parte della larga maggioranza Draghi, non può essere l’alibi per tacere su tutto. Emiliano, dunque, il potente governatore della Puglia, primo laboratorio dell’alleanza strategica Pd-M5s, che a Ferragosto chiacchiera in costume sul bagnasciuga con Di Maio e Boccia mentre a Kabul entrano i Talebani, ai primi di agosto elogia il candidato sindaco di Nardò e pazienza se è un esponente dell’estrema destra.

Emiliano che, infine, proprio domenica ha trovato parole di miele per la visione politica di Salvini. Proprio così. L’occasione è stato l’evento “La Piazza” a Ceglie Messapica, nel brindisino, cuore della Puglia. Matteo Salvini è collegato in videoconferenza. Il governatore prende la parola e dice: «Io vedo nelle tue parole un grande sforzo che voglio incoraggiare: stai cercando di trovare una lettura di questo Paese che sia vicina alle persone. Uno sforzo che io apprezzo moltissimo». E poi, per essere più chiaro: «C’è qualche piccolo ritocchino da fare su alcune questioni sulle quali abbiamo idee diverse, ma questo sforzo che stai facendo non è privo di costo politico e io che ho dovuto patire tantissimo ne so qualcosa. Però, in generale, la strada è giusta». Clamorosa l’affermazione finale: «Salvini è un politico che ha una sua onestà intellettuale. Si può aspettare la collaborazione della Puglia». Quando, come e perché rischiano di essere dettagli poco importanti e quasi fastidiosi in tanto entusiasmo.

Ora però è chiaro che questa roba non poteva passare inosservata seppure buttata là in un quadro politico assorbito dall’emergenza afghana e da dossier interni delicatissimi come il lavoro, la riforma fiscale e la lotta alla pandemia. Dario Stefano è il senatore pugliese autosospeso dall’inizio di agosto dopo che Emiliano ne aveva combinata un’altra. Ieri Stefano ha fatto un tweet che ha il pregio della chiarezza. «Emiliano sta pian piano delineando la sua visione politica: dopo il sostegno al sindaco di CasaPound, ieri i complimenti a #Salvini. In Puglia l’alleanza si sta allargando?». Quante allusioni in pochi caratteri. Il sindaco in questione è Pippi Mellone che all’inizio di agosto ha confermato la sua candidatura alla guida del comune di Nardò con l’appoggio diretto ed esplicito di Emiliano. Uno scambio di favori: Mellone aveva sostenuto la rielezione del governatore. Peccato che Mellone sia vicino a Casa Pound, la formazione di estrema destra. E che a Nardò il Pd in queste comunali corra con una propria lista. In pratica, Mellone è un competitor e Emiliano, che è del Pd, fa il tifo per un’altra lista. In quella occasione il senatore Stefano decise di autosospendersi dal partito in attesa di chiarimenti che però non sono ancora arrivati.

È arrivato invece un altro endorsement strano. Questa volta direttamente a Salvini e alla sua “onestà intellettuale”. Stefano rinnova l’invito al segretario Letta perché “chiarisca e dica qualcosa”. La novità è che Stefano non è più solo. Nel Pd si fa sentire anche Matteo Orfini, leader di una delle correnti del Pd. «Che Matteo Salvini stia facendo – uso parole sue – un grande sforzo per delineare una visione di paese, mi pare abbastanza evidente. Ma quella visione è totalmente alternativa alla nostra. E su questo spero che nessuno nel Pd abbia dubbi». Si fa sotto Teresa Bellanova (Iv), sottosegretaria alle Infrastrutture, profonda conoscitrice delle dinamiche pugliesi. «L’elogio sperticato di Emiliano a Salvini non ha nulla di stupefacente, come d’altra parte solo gli ingenui possono meravigliarsi del sostegno a Pippi Mellone».

Il presidente della Puglia «sta consegnando il Pd pugliese alle destre». Tutti chiedono una parola ufficiale al Nazareno. Ma dalla sede nazionale del Pd tutto tace. Almeno in apparenza. In realtà le sparate del governatore sceriffo, sia le fughe in avanti con Conte e i 5 Stelle che le aperture alle destre, iniziano a preoccupare. Cosa intende veramente Emiliano per allargare la coalizione? Andare forse oltre destra e sinistra? Un post ideologico post 5Stelle? Fin dove crede di poter arrivare il governatore? Tutte domande che girano più nelle chat che nei palazzi della politica ancora vuoti. Probabilmente Letta starà porgendo le stesse questioni ai due principali sponsor del governatore che siedono nella sua segreteria: Francesco Boccia e Nicola Oddati.

Letta ha dei sospetti. Il leader della Lega ha buoni rapporti con molti amministratori del Pd: è vero che nessuno si è schierato così apertamente come Michele Emiliano, però tanti primi cittadini si fanno un vanto di avere una linea telefonica dedicata con l’ex ministro dell’interno. «È un partito in confusione su tutto» ammette un deputato, «a pochi mesi dalle elezioni, preoccupa l’attivismo della Lega se paragonato all’immobilismo di Letta». In Parlamento comunque non si fanno illusioni: il segretario alla fine non cercherà un chiarimento con il presidente Emiliano. Sono in ballo troppe cose. A cominciare dal pacchetto di voti, diciamo pure una “vera protezione” che Boccia e Emiliano hanno garantito e ancora garantiscono a Bari e nelle Puglie. Anche se stavolta stanno protestando in molti, anche la Cgil e Europa verde.

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Giornalista originaria di Firenze laureata in letteratura italiana con 110 e lode. Vent'anni a Repubblica, nove a L'Unità.