Le parole di marito e moglie avevano fatto il giro del mondo. Parlavano di stupri, stupri di guerra in Ucraina, delle donne ucraine, una conversazione ripugnante svelata da un team di giornalisti. “Vai, stupra le donne ucraine, te lo permetto, ma non dirmi niente: però non ti dimenticare delle protezioni”, si ascoltava in appena 30 secondi di chiamata. Troppo anche per gli orrori che si stanno consumando ogni giorno.

L’ex deputato russo e dissidente oggi in esilio Ilya Ponomarev ha fatto sapere che il militare protagonista di quella conversazione è stato catturato dalle forze di Kiev, vicino a Izyu, nella regione di Kharkiv. La notizia è stata diffusa tramite Telegram. Secondo quanto rivelato il militare si chiamerebbe Roman, ha 27 anni, nato a Orel, nella divisione di Dzerzhinsky della Guardia nazionale, prima di arruolarsi nel 108esimo reggimento aereo d’assalto basato a Novorossiysk. Avrebbe partecipato anche all’annessione della Crimea nel 2014.

La moglie si chiamerebbe invece Olga, originaria anche lei di Orel. La coppia ha avuto un figlio di quattro anni. “Però non dirmi niente”, avrebbe detto quasi ridendo parlando di quegli stupri. “Sì, hai il mio permesso, ma usa le protezioni”, aggiungeva. Il giornalista russo Mark Krutov, che li ha rintracciati a telefono, ha ipotizzato che “magari era soltanto uno scherzo stupido, ma gli stupri di massa effettuati dai soldati russi in Ucraina sono reali, ci sono molti rapporti orribili, alcuni provenienti anche dalla regione di Kherson”. È stato lo stesso giornalista a confermare che quelle voci combaciavano con quelle della registrazione mentre l’uomo negava.

I protagonisti di quella telefonata erano stati rintracciati dal team investigativo formato dai giornalisti del servizio russo di Radio Free Europe/Radio Liberty, un’emittente finanziata dal governo americano nell’est Europa, in Asia Centrale e in Medio Oriente, e da Schemes, la squadra per le inchieste del servizio ucraino. Se pure la coppia stava scherzando, resta l’orrore per quell’ironia: il primo rapporto che denunciava gli stupri dei soldati di Mosca è stato pubblicato da Human Rights Watch il 3 aprile, poi ne sono arrivati altri dopo il ritiro delle truppe di Putin dall’area di Kiev oltre alle denunce dei politici ucraini compreso il presidente Volodymyr Zelensky.

Sono molte le testimonianze di violenze sessuali che già da diversi giorni arrivano da diverse parti dell’Ucraina. Come, ad esempio, quella di Natalya, che ha raccontato al Times di essere stata stuprata più volte dai soldati russi mentre il figlio piangeva terrorizzato nella stanza accanto. O ancora quella di Anna, violentata da un soldato ceceno alleato delle forze russe, e a cui hanno ucciso il marito che voleva difenderla. Alcuni giorni fa l’’ambasciatrice britannica in Ucraina, Melinda Simmons, ha dichiarato sugli stupri a danno delle donne ucraine: “Non sappiamo ancora quanto sia stato usato, ma è chiaro che era parte dell’arsenale russo. Donne stuprate davanti ai propri figli, ragazzine davanti alle famiglie, come atto deliberato di sottomissione”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.