La Corte d’Appello di Brescia ha revocato le misure cautelari dei domiciliari nei confronti di Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri, moglie e figlia dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri. I magistrati belgi che indagano sullo scandalo cosiddetto “Qatargate” hanno rinunciato alla consegna delle due donne. Dopo 48 giorni agli arresti domiciliari le due donne tornano libere: dopo che Panzeri ha dato la sua disposizione a collaborare in cambio di un anno di reclusione su cinque di arresti e la confisca di un milione di euro.

Le due sezioni penali della Corte di Appello di Brescia, ha scritto il presidente della Corte Claudio Castelli, “hanno preso atto della nota dell’Ufficio Istruzione di Bruxelles pervenuta ieri pomeriggio che rinuncia alla procedura di consegna e hanno revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Silvia Panzeri e di Colleoni Maria Dolores”. La nota prosegue: “I procedimenti sono allo stato avanti alla Corte di Cassazione, ove i provvedimenti di consegna erano stati impugnati, che quindi potrà provvedere quanto alla consegna”. La Corte Bresciana ha così annullato il pronunciamento con cui nelle scorse settimane aveva dato il via libera al trasferimento delle due donne, ai domiciliari da dicembre, in un carcere del Belgio.

L’arresto era scattato lo scorso 9 dicembre. Silvia Panzeri, avvocatessa di 38 anni, aveva passato i domiciliari in un palazzo di Milano. Colleoni, casalinga di 67 anni, nella casa della sorella a Calusco d’Adda. La collaborazione di Antonio Panzeri ha fatto cadere le esigenze investigative anche se, come ha spiegato il difensore Angelo De Riso che assiste le indagate col collega Nicola Colli, non appena sarà possibile le due donne renderanno interrogatorio ai magistrati del Belgio. Dove a questo punto dovrebbero andare da persone libere.

Colleoni aveva fornito dichiarazioni spontanee lo scorso 19 dicembre. Aveva negato qualsiasi coinvolgimento nella presunta rete di affari con Qatar e Marocco. Aveva anche negato di aver fatto vacanze da 100mila euro. Aveva ammesso di aver ricevuto doni dall’ambasciatore del Marocco in Polonia Abderrahim Atmoun, che Panzeri conosceva da almeno dieci anni, ma a suo dire si trattava solamente di creme. La figlia non si era invece pronunciata davanti ai giudici.

Il giudice istruttore Michel Claise è arrivato ieri a Milano, ricevuto dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, che guida il pool di magistrati che si occupano di corruzione, e dal procuratore capo Marcello Viola. Col giudice anche Raphaël Malagnini, capo della Procura federale di Bruxelles, l’ufficio che ha dato il via all’inchiesta sulla presunta rete di corruzione al Parlamento Europeo dopo aver ricevuto un dossier dei servizi segreti. A i domiciliari nel milanese su mandato di arresto europeo anche la commercialista della famiglia Panzeri, Monica Rossana Bellini.

Per il giudice Claise “sembra aver avuto un ruolo importante nel rimpatrio del denaro contante proveniente dal Qatar attraverso la creazione, assieme a Silvia Panzeri, figlia di Antonio Panzeri, di una struttura di società che darebbe al flusso di denaro un’apparenza legale”. Questi presunti versamenti il motivo del viaggio in Italia degli inquirenti belgi. In carcere anche l’ex braccio destro dell’ex parlamentare Panzeri, Francesco Giorgi, e il segretario generale dell’ong No Peace Without Justice Niccolò Figà-Talamanca. I giudici di Bruxelles decideranno oggi sulla loro detenzione. Figà-Talamanca è rappresentato in aula dall’avvocato Barbara Huylebroek, mentre Giorgi (ritenuto dagli inquirenti la figura centrale dello scandalo e diventato ora un collaboratore di giustizia) e compagno dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili (anche lei in carcere da dicembre) è difeso dal legale Pierre Monville. La decisione dei giudici è attesa nel pomeriggio.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.