I video e le foto compromettenti di quel Capodanno dell’orrore a Primavalle fanno il giro dei social. E il materiale viene annotato nei verbali dai Carabinieri, che hanno iniziato a convocare in caserma gli indagati dello stupro di una sedicenne durante la notte di San Silvestro del 2020.

Su Instagram e TikTok c’è la cronostoria di quanto accaduto prima e dopo quella notte di Capodanno. Protagoniste, le amiche della sedicenne, figlia di un diplomatico spagnolo, arrivata a Roma per festeggiare l’arrivo del 2021. Sulle note della musica rap, le ragazze alludono all’uso di alcol, fumo, cocaina, Rivotril e Xanax. Sostanze abusate dai circa 30 ragazzi presenti al party. L’organizzazione della festa di fine anno è stata gestita su WhatsApp dai partecipanti. E ognuno aveva un compito preciso. A occuparsi di portare la cocaina era la figlia di una soubrette della tv. Il Ritrovil, invece, è stato portato da una 14enne.

Come riporta Repubblica, un ruolo fondamentale ha giocato la figlia del volto noto della tv. È la fidanzata del nipote dell’ex premier e, stando al racconto dei testimoni e alle intercettazioni, è partita dai Parioli con tutto il necessario per far festa. La “Pugile”, come la chiamano, ha cocaina e canne. Le compagne di TikTok lo dicono chiaramente: “La cocaina so che l’ha portata il suo ragazzo. A lui ho dato 27 euro. Un grammo costa 80”.

Stabilite anche le regole tra due gruppi, il Quartaccio e Torresina da una parte e i Parioli dall’altra. Dentro quella villa a Primavalle, le giovani volevano che ci fossero solo pochi ragazzi. “Le ragazze del gruppo Parioli facevano fatica” a rispettare l’accordo, annotano ancora gli investigatori. Gli inquirenti si concentrano anche sull’uso delle sostanze stupefacenti, acquistate giorni prima della festa. La figlia della soubrette ha comprato due grammi di cocaina. Prima, si confronta con un’amica, che sarebbe dovuta andare a casa a prendere “400 euro” e poter così “risorve”, da Enzo a Lepanto o a Tor Bella. Cioè, finalizzare l’acquisto.

Ma nelle conversazioni su WhatsApp, al vaglio degli inquirenti, spicca anche il nome del nipote di politico di primo piano, che però non è indagato per violenza sessuale. Il nipote dell’importante politico nazionale ha fornito una testimonianza che mostra lo spaccato della festa. “Uno dei ragazzi – racconta ai carabinieri e ripreso da Repubblica – mi ha chiesto quanti anni avessi. Io gli ho risposto 20”. Parte un litigio sull’età, il nipote del politico insiste: “Se non ci credete, vi faccio vedere un documento”. Interviene un secondo ragazzo del gruppo di Primavalle, tatuato sul collo. “Con la mano destra – racconta ai militari dell’Arma il ragazzo dei Parioli – ha estratto qualcosa dal fianco, non sono sicuro se si trattasse di una pistola e mi ha minacciato: “Ti scarrello in faccia”.

Dettagli agghiaccianti emergono dalle intercettazioni dei carabinieri nei confronti dei cinque indagati, tre maggiorenni-tra i 19 e 21 anni- e due minorenni, nell’inchiesta per lo stupro di gruppo della ragazza sedicenne. Le trascrizioni, riportate da Repubblica, svelano le conversazioni avvenute alcuni giorni dopo il party clandestino di Capodanno, tra gli indagati o dei giovani con i loro familiari.

“Lo sai che j’ha detto … de me? Che manco me la so sc… meno male!” A parlare al telefono con la madre è il 21enne arrestato una settimana fa. Il giovane è tranquillo, perché il rapporto avuto con la ragazza era stato consenziente. “Io te dico… io una me la so proprio… proprio a divettimme ma‘“.

Ma non solo. Lo stesso minore rincara la dose, per prendere le distanze dallo stupro di Capodanno, raccontando sempre alla madre: “Stavamo io e lei dentro a ‘n bagno e… uno pure se fosse…me voi beve (ossia mi vuoi arrestare, ndr)? Ecco, famme una multa e beveme perché stavo a un altro Comune e perché ho portato alcolici e stupefacenti che so minorenne”.

Per lui, così come per tutti gli altri, la colpa è della ragazza, che ha denunciato: “Giuro che io vado a … pjo sta p… de merda e gli sparo in faccia.” Il padre viene intercettato mentre dice al figlio: “Quel tizio che s’è comportato male o annate a pià a casa.”

Per il 21enne arrestato, il padre della ragazza è ‘un infame’. Viene ascoltato mentre spiega: “Capito che te vojo dì? Cioè, tu manni tu fija a sedici anni co’ lockdown, oltretutto che n’ abiti manco qua a ‘na festa, e poi er giorno dopo te sveji e denunci? Ma che sei infame? Cioè così sei popo un vile, un verme, un miserabile“.

Redazione

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