Ora si contano i danni
Rave party, la ‘regia’ francese dietro gli eventi italiani: perché il nostro Paese è la ‘nuova Mecca’

Balli forsennati tra droga e alcol, che sono andati avanti per quasi sei giorni. Fino alla resa, avvenuta ieri 19 agosto, con l’intervento delle forze dell’Ordine. Le campagne nei pressi del lago di Mezzano, nel comune di Valentano in provincia di Viterbo, sono state definitivamente sgomberate dai partecipanti al rave party abusivo, culminato con una vittima. Tremila le persone identificate: ora si fa la conta dei danni.
La ‘regia’, francese, segue uno schema ben preciso nell’organizzazione di un evento come il Teknival, che richiama migliaia di persone da tutta Europa. Un’iniziativa che viene punita in Francia, ma che in Italia si scontra con una situazione più complessa.
Come nasce un rave party
Prima del rave party nel viterbese, c’è stato quello sulle colline pisane, a Tavolaia, a inizio luglio, con un tentativo a Brescia a giugno, dove due ragazzi francesi sono stati denunciati per invasione e occupazione di terreno. E ora l’ipotesi è che i tre eventi siano stati organizzati dallo stesso gruppo francese che si muove sempre nel medesimo modo: individua una zona, la studia e poi inizia a far circolare l’invito con le coordinate del luogo sui social, soprattutto su gruppi Telegram. Le targhe dei tir contenenti casse e attrezzature, del resto, non mentono.
Rispetto alla Francia, in Italia i rischi sono minori. I rave party non sono sempre illegali, a patto che la festa non abbia fini di lucro e non ci siano attività illecite. Della questione si è occupata anche la Corte di Cassazione nel 2017, stabilendo come l’articolo 17 della Costituzione indichi che i cittadini hanno il diritto di riunirsi pacificamente e senza armi anche in luogo aperto al pubblico, per cui non è neanche richiesto il preavviso.
Le forze dell’ordine cercano solitamente di intervenire per prevenirli. Al rave illegale al lago di Mezzano, nonostante l’evento fosse già iniziato, gli investigatori sono riusciti a subito a individuare gli organizzatori, riporta Repubblica, seppur tra diverse difficoltà. Infatti i ruoli nel mondo di queste iniziative sono alquanto fumosi, per evitare problemi con la giustizia, e la Polizia si è ritrovata a trattare con 8 gruppi diversi. Ma una volta che l’evento è iniziato, ciò che si può fare è trattare e contestare reati minori. Tenendo conto che nel caso specifico, in tempo di pandemia, le norme sanitarie vietano qualsiasi tipo di assembramento. La ministra Lamorgese incontrerà i prefetti di Viterbo e Grosseto per capire quali siano stati gli errori e cercare di evitarli in futuro, individuando un protocollo.
Camilli: “Hanno devastato tutto”
Piero Camilli, ex presidente del Grosseto Calcio e della Viterbese e proprietario dell’area in cui si è svolto il rave, ha annunciato ieri che chiederà un risarcimento danni al Viminale. “Hanno devastato tutto, sono arrivati a saccheggiare i capannoni delle mie imprese, ora chiederò i soldi allo Stato– ha dichiarato-. Solo questa notte mi hanno rubato due quintali e mezzo di gasolio e diversi pacchi di latte in polvere, oltre a diversa attrezzatura. Quando andranno via conteremo i danni che non sono pochi”. Distrutte staccionate, danneggiati capannoni e mezzi. Intanto l’imprenditore, tramite il suo avvocato Enrico Valentini, ha presentato già tre denunce alla Procura della Repubblica per danneggiamenti, furto e altri reati.
Nei territori interessati dal rave a preoccupare è anche la situazione sanitaria. La regione Lazio ha predisposto un’azione di contact tracing e di tamponi per le popolazioni. L’Assessore alla Sanità d’Amato ha annunciato oggi che è stato inoltre organizzato un ‘vax tour’ e attivato un servizio veterinario per verificare la presenza di animali feriti o morti.
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