“Questo è un segnale di rinascita”. Così il primario Aldo Riccardi ha commentato il boom di nati in un solo giorno presso l’Ospedale Maggiore di Cremona. Come sappiamo la Lombardia è tra le regioni italiane più colpite dall’epidemia coronavirus, costringendo molti nosocomi a sacrificare alcuni reparti per dedicarli ai pazienti Covid ed evitare così qualsiasi tipo di contagio. L’ospedale di Cremona è rimbalzato alle cronache per essere stato il luogo dov’è stata scattata la famosa foto dell’infermiera Elena Pagliarini, colta nel momento in cui si era addormentata stremata sulla tastiera del computer dopo un turno stremante. Ma ora dopo mesi di buio e morti questo record di nascite rappresenta la luce in fondo al tunnel. Solitamente la media standard di nascite è intorno ai 105 parti al mese, poco più di 3 al giorno. Mentre dalle 15 di venerdì alla stessa ora di sabato sono nati 15 bambini rappresentando così un record accolto con gioia ed entusiasmo non soltanto dagli operatori sanitari, ma anche da tutti coloro che hanno vissuto questi mesi con grande tensione e apprensione.

LA STORIA – “È stata un’esplosione di gioia”, ha commentato la dottoressa che era di turno in sala parto quando è accaduto il lieto evento. Nei mesi bui dell’emergenza coronavirus, da febbraio ad aprile, solo il reparto di Ostetricia era rimasto operativo come un’oasi di normalità; in tre mesi sono nati trecento bambini. Ma la notizia delle 15 nascite nell’arco di soli 24 ore è senza dubbio un segnale di come la vita e l’ospedale stiano ritornando alla vita. Dieci femmine e cinque maschietti, compresi due gemellini, hanno reso un evento non soltanto eccezionale ma soprattutto “straordinario, mai accaduto finora”, sottolineano dal reparto di ginecologia e ostetricia . L’ultimo dei neonati è venuto alla luce in una stanza di degenza dello stesso reparto, ovviamente con l’assistenza di ostetriche e medici, in quanto in sala parto non c’era più posto.

 

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