In questi mesi di pandemia globale le cifre dei morti hanno subito un’impennata in varie parti del mondo, dall’Italia agli Stati Uniti passando per la Spagna e il Brasile. Chi prima, chi dopo tutte le varie nazioni sono state colpite necessitando di un intervento di lockdown immediato. Il nostro Paese è stato tra i primi ad adottare una chiusura totale in vista dell’escalation dell’emergenza covid-19. Secondo le prime stime, la maggioranza delle vittime avevano già patologie pregresse e il coronavirus non ha fatto altro che aggravare la situazione portando prematuramente alla morte. Questo ha scatenato un ampio dibattito sul fatto che le persone morte a causa del virus sarebbero comunque decedute presto. Secondo uno studio, non è proprio così. Infatti, stando ai risultati di una ricerca scozzese, i malati sarebbero vissuti in media altri 10-11 anni. Lo studio “Covid-19 – esplorare le implicazioni del tipo di condizione a lungo termine e l’estensione della multimorbidità su anni di vita persi: uno studio di modellistica”, è stato pubblicato dall’Istituto pubblico di Sanità della Scozia in base a delle ricerche incrociate con i dati provenienti dall’Istituto Superiore di Sanità italiano e dal SAIL Databank del Galles.

LO STUDIO – Tra le ipotesi che si sono spesso sentite in questo periodo di lockdown, c’è quella secondo cui il distanziamento sociale sia inutile, dal momento che le vittime anziane di Covid-19 sarebbero presto morte per altre cause. In Gran Bretagna molti esperti hanno affermato che i due terzi dei morti del paese erano già in procinto di morire. La fonte citata sarebbe una stima fatta a marzo da Neil Ferguson, un epidemiologo dell’Imperial College di Londra. Ferguson ha osservato che i due terzi erano il limite superiore della sua stima e che la frazione reale potrebbe essere molto più bassa. Inoltre ha affermato che è “molto difficile” misurare quanto fossero ammalate le vittime del covid-19 prima di essere contagiati e per quanto tempo avrebbero potuto vivere se non fossero risultati positivi. Tuttavia, uno studio condotto da ricercatori di un gruppo di università scozzesi ha tentato di farlo. Hanno scoperto che gli anni della vita persi per il britannico medio o italiano che è deceduto erano probabilmente intorno agli 11, il che significa che poche delle vittime di Covid-19 sarebbero morte nel breve tempo.

 I DATI – Innanzitutto gli autori hanno analizzato i dati relativi a 6.801 vittime italiane, raggruppate per età e sesso per riservatezza. Circa il 40% degli uomini aveva più di 80 anni, così come il 60% delle donne. Secondo alcuni studi il virus ha ucciso meno donne rispetto agli uomini, forse perché hanno diverse risposte immunitarie. Gli autori hanno escluso l’1% delle vittime sotto i 50 anni. Quindi hanno calcolato per quanto tempo sarebbero sopravvissute queste fasce d’età. Le aspettative di vita per gli anziani sono sorprendentemente alte, anche quando hanno condizioni di malattie pregresse, perché molti dei più gravi sono già deceduti. Ad esempio, un ottantenne italiano medio raggiungerà i 90 anni. Il valore standard dell’epidemiologia chiamato in inglese è chiamato YLL, Years of Life Lost, ovvero gli anni di vita rimanenti. Secondo questo metodo, gli yll si aggiornano intono agli 11,5 per gli uomini italiani e 10,9 per le donne.

Quindi gli autori hanno tenuto conto delle altre malattie delle vittime, nel caso fossero insolitamente fragili per la loro età. Per 710 italiani, potevano vedere quanti avevano una specifica condizione a lungo termine, come l’ipertensione o il cancro. Lo studio ha utilizzato un campione scozzese più piccolo per stimare la frequenza con cui ogni combinazione di malattie si verifica tra le vittime covid-19. Infine, hanno analizzato i dati per 850.000 persone gallesi, per prevedere per quanto tempo vivrebbero normalmente persone con una determinata età e un insieme di condizioni.

Sorprendentemente, lo studio mostra che in questo modello europeo ibrido, le persone uccise da covid-19 avevano solo tassi leggermente più alti di malattia di base rispetto a tutti gli altri della loro età. Quando gli autori si sono adeguati alle condizioni preesistenti e hanno simulato i decessi usando le normali aspettative di vita italiane, il valore degli yll è diminuito di poco, a 11,1 per gli uomini e 10,2 per le donne.  Il 20% dei morti erano persone maggiormente sane tra i 50 e i 60 anni, che avrebbero dovuto vivere in media per altri 25 anni.

I ricercatori avvertono che i loro dati escludono le persone che sono morte nelle case di cura, le quali potrebbero avere avuto un indice di mortalità diverso dato il peggioramento di alcune condizioni pregresse o di vecchiaia. Né possono spiegare la gravità delle malattie di base. Ad esempio, le vittime di covid-19 potrebbero aver avuto condizioni polmonari o cardiache particolarmente acute. Se la pandemia ha semplicemente accelerato la morte imminente, ci dovrebbero essere meno deceduti una volta che il covid-19 è sotto controllo. In conclusione, le prove disponibili suggeriscono che molte vittime da coronavirus erano lontane dalla morte e che la pandemia ha cancellato dieci anni di vita. Permettere al virus di diffondersi liberamente sacrificherebbe sia le persone più forti che le più fragili.

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