Cinquecentomila firme. Il quorum per la raccolta di sottoscrizioni per il referendum sulla cittadinanza è stato raggiunto. E superato. Un’impennata record nelle ultime 48 ore ha permesso all’iniziativa di centrare l’obiettivo prefissato.

Il boom di firme nelle ultime 48 ore

A testimoniare il balzo quasi improvviso nella raccolta firme è stato lo stesso ministero della Giustizia con un comunicato: “Nella sola giornata di ieri la piattaforma digitale istituita dal ministero della Giustizia per le firme per i Referendum ha raccolto complessivamente oltre 155.000 mila sottoscrizioni relative a tutti i quesiti referendari attualmente inseriti nel sistema. Si tratta di una cifra record, in una giornata nella quale si era verificata una momentanea interruzione fra le ore 13 e le 15 causata da un elevatissimo numero di accessi”. Sì, perché ieri si sono verificati diversi disservizi sul sito, dei blocchi sia all’ora di pranzo sia la sera. Colpa del tentativo di accesso di migliaia e migliaia di persone nello stesso momento che ha messo ko il sito del ministero. I tecnici avevano subito ripristinato il servizio e la piattaforma ha toccato picchi di oltre diecimila firme per ogni ora relative a tutti i Referendum disponibili.

Referendum cittadinanza, cosa prevede e qual è il quesito

Sul sito del ministero della Giustizia si trovano le informazioni necessarie in merito al referendum. “La normativa in vigore stabilisce che la cittadinanza italiana possa essere concessa al cittadino straniero legalmente residente nel territorio della Repubblica da almeno 10 anni. Il presente quesito propone di dimezzare tale termine, riportandolo a 5 anni, com’era previsto dalla legislazione prima del 1992 e com’è stabilito in diversi altri Stati UE. Ai fini della concessione della cittadinanza, oltre alla residenza ininterrotta in Italia (che questo Referendum propone di ridurre a 5 anni) resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica. In Italia le persone in possesso di questi requisiti che potrebbero beneficiare direttamente o indirettamente (figli minori conviventi) dell’intervento proposto sono circa 2,5 milioni“.

Il quesito referendario

Il quesito referendario è questo: «Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?».

Referendum cittadinanza, raggiunto il quorum di 500mila firme: cosa succede ora

Con il raggiungimento del quorum necessario delle 500mila firme, l’iter procederà. Prima ci sarà il vaglio della Corte di Cassazione che è incaricata di valutare la legittimità delle sottoscrizioni. Successivamente sarà il turno della Corte Costituzionale che deve decidere sull’ammissibilità del quesito referendario, uno scoglio in cui in passato si sono arenate diverse iniziative. In questo caso c’è un termine: il 10 febbraio. A quel punto se non saranno emerse criticità e sarà dato il via libera, il referendum sulla cittadinanza sarà indetto tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025. A quel punto servirà mobilitarsi fisicamente e non solo grazie allo Spid.

Redazione

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