"Nessuno vuole miliziani al governo"
Risiko a Damasco, niente ingerenze (Israele incluso) in questa fase
Mentre la caduta del regime di Bashir Al Assad è un fatto di cui rallegrarsi, è difficile sapere oggi con certezza quale sarà l’esito del crollo. Lo ha scritto bene la giornalista italo-siriana Asmae Dachan: «Nessuno di noi si illude che da domani la Siria diventerà una democrazia laica ed egualitaria. È urgente che la rivolta armata lasci subito spazio all’iniziativa della società civile. Nessuno vuole miliziani al governo, nessuno crede nella liberazione in un battito di ciglia».
I rischi e le sofferenze della Siria
I rischi sono molti e sono quelli che hanno vissuto gli abitanti di Iraq, Afghanistan, Libia, Sudan: una ulteriore frammentazione della Siria, il ritorno del terrorismo di matrice jihadista, l’insediarsi al governo di forze fondamentaliste.
La Siria ha sofferto moltissimo a causa della dittatura: tra il 2011 e il 2024 sono 500mila i morti nella guerra civile di Assad contro il popolo siriano; gli oppositori politici torturati e liquidati in dieci anni con una crudeltà inimmaginabile sono più di 100mila, mentre più della metà della popolazione del paese ha dovuto lasciare la propria casa per trovare un posto sicuro.
Nessuna ingerenza esterna, incluso Israele
Il costo più alto della repressione e della brutalità lo hanno pagato proprio coloro i quali si sono coraggiosamente ribellati al regime: giovani, studenti, dissidenti. Furono loro le proteste pacifiche che nella primavera del 2011 sfidarono il regime chiedendo la fine del regime poliziesco e l’apertura a riforme democratiche. Vedremo se le sofferenze che la Siria e il suo popolo hanno patito saranno la base per un cammino di maturazione di processi democratici e unitari oppure se la violenza e il sospetto sperimentati in questi 54 anni di regime avranno lasciato tracce indelebili che si tramuteranno in vendette e estremismi.
È interesse di tutti i paesi vicini e del Mediterraneo, incluso lo Stato di Israele e la Repubblica italiana, che la Siria si avvii lungo un percorso di stabilizzazione inclusiva e democratica. Per questo, le influenze esterne che tanto hanno sconvolto la Siria, in particolare negli ultimi 15 anni, devono essere contenute e limitate.
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