E’ la notizia del giorno dopo mesi di tensione che hanno portato l’Associazione Rousseau, unico vero collante tra il figlio del fondatore del movimento, Davide Casaleggio, ed il nuovo e “maturo” partito di Governo che per senso di responsabilità nazionale ha intrapreso un percorso con lo “psyconano” ed il “partito di Bibbiano”. Il comunicato diffuso sul Blog delle Stelle ha spiegato le ragioni della rottura che sinteticamente possono ritrovarsi nella non volontà del partito di affidarsi ai servizi della piattaforma che “ha dato lustro al primo esperimento riuscito di cittadinanza attiva digitale del paese“.

Il Riformista ha contattato Nicola Biondo, autore di diverse inchieste sul Movimento e di un libro, Sistema Casaleggio scritto insieme a Marco Canestrari, che va oltre la questione debitoria e illustra “La storia volutamente intricata di un dedalo di associazioni, simboli, statuti di un partito nato in un’azienda. E c’è la questione insieme politica e personale di chi si diceva anti-casta e oggi non vuole abbandonare la casta.

Biondo poi sottolinea che “Casaleggio che parla di lobby è divertente. Ma devo dire che nella querelle tra lui e la casta che ha portato nelle istituzioni lui è quello più coerente. Grillo va dove lo porta il suo fiuto e il suo interesse. Piuttosto mi sembra che Casaleggio voglia ripartire dagli inizi: un partito populista, trumpiano. L’esperimento politico sociale made in Casaleggio continua. Ci sono 50 parlamentari che attualmente versano ancora le quote a Rousseau: questa è la falange parlamentare di Davide. Ne vedremo delle belle dato che lui ne ha le chiavi. La sua ricetta la conosciamo e finché è durata gli ha portato qualche vantaggio. Siamo sicuri che una multinazionale come Philip Morris avrebbe dato ad una piccola azienda milanese una cospicua consulenza se il capo di quell’azienda non fosse stato anche il capo di un partito al governo?“.

E conclude: “Fatico a pensare che un giudice possa capire utilizzando i codici l’accrocco Rousseau-M5S. È una struttura che non ha eguali al mondo e che in un mio libro con Marco Canestrari abbiamo definito Sistema Casaleggio. Piuttosto segnalo due cose: Conte è un leader inesistente e calato dall’alto, privo di una base. La sua incapacità politica è visibile come lo era quando stava a Palazzo Chigi. Di Maio alla fine potrebbe essere l’opzione di un ritorno al passato, vitso che è stato l’unico capo politico eletto dal Movimento. In fondo le carte dicono che il triumvirato è rimasto sempre quello: Davide, Luigi e Grillo“.

IL GARANTE NON RILASCIA DICHIARAZIONI – Sono tanti gli iscritti al Movimento che hanno partecipato in questi anni alla rivoluzione culturale, ed il problema dei loro Dati ha messo sul chi va là il Garante della Privacy che, sollecitato dal Riformista, con la solita imparzialità istituzionale del proprio ruolo, ha preferito non rispondere, immaginando che su una questione del genere prima o poi potrebbe essere chiamato con una richiesta formale.

VARRIALE: “CASALEGGIO PAGA IL NON SEDERSI NELLE STANZE DEL POTERE” – “Possiamo dire che l’esperienza politica più innovativa a livello mondiale di attivismo web sia arrivata al capolinea ed è un peccato, ma tutto questo è frutto di una ambiguità da sempre sollevata sul ruolo reale della Casaleggio Associati nel Movimento 5 Stelle – analizza a caldo il Data Journalist Livio Varriale. Casaleggio paga lo scotto di non sedersi direttamente nelle stanze del potere e sappiamo bene che l’assassinio del padre politico da parte dei delfini è storicamente ciclico. Di Rousseau resta non solo la grande capacità di anticipare i tempi, rinnovandoli, ma anche le nubi espresse più volte sull’affidabilità della piattaforma informatica e del suo sistema di voto elettronico che lo stesso Casaleggio voleva applicare al suffragio universale del nostro Paese”.

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Esperto di social media, mi occupo da anni di costruzione di web tv e produzione di format