Migliaia di persone in piazza, in contemporanea e in 60 diverse città della Russia, per protesta contro il governo di Vladimir Putin, la detenzione del suo oppositore Alexei Navalny e per chiedere maggiore democrazia e libertà.

Proteste e manifestazioni ovviamente non autorizzate dal governo e pubblicizzate dagli organizzatori sui social network: la manifestazione più imponente si tiene a Mosca (40mila persone stimate da Reuters), ma circa 2.000 persone sono scese in piazza nella capitale dell’estremo oriente Vladivostok, 500 nella città siberiana di Irkutsk, 300 a Chita, sempre in Siberia, dove una piccola protesta ha avuto luogo anche a Yakutsk, nonostante le temperature di meno 50 gradi.

Secondo OVD Info, un sito che monitora gli arresti durante le manifestazioni di opposizione, oltre 2mila persone sono state arrestate durante le proteste in tutto il paese. Il maggior numero di fermi si registra a Mosca, dove si contano 800 persone fermate, poi 300 a San Pietroburgo. 

Tra queste anche Lyubov Sobol, alleata e collaboratrice del leader dell’opposizione russo, il blogger Ilya Varlamov e la moglie di Navalny Yulia Navalnaya, che ha fatto sapere sui social media di essere stata fermata dalla polizia durante le proteste con cui i manifestanti chiedono la scarcerazione di Navalny. La donna ha pubblicato su Instagram una fotografia che la ritrae in un’auto delle forze dell’ordine. Dopo alcune ore la stessa, secondo l’agenzia di stampa “Ria Novosti”, è stata liberata.

Sulle manifestazioni in Russia è intervenuto nel pomeriggio anche il ministero degli Esteri, che in un tweet ha sottolineato che “la Farnesina segue con preoccupazione l’arresto di centinaia di manifestanti scesi in piazza in diverse città russe per richiedere la liberazione di Navalny. Continuiamo a chiedere il suo rilascio immediato e ci aspettiamo che vengano rispettati i suoi diritti”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.