L'avvelenamento
Caso Navalny, la denuncia del dissidente russo: “La polizia ha preso una mia collaboratrice”
Altro capitolo nel caso di politica, dissidenza e spionaggio di Aleksey Navalny. Ormai un caso internazionale. Una collaboratrice 33enne, russa, del dissidente avvelenato lo scorso 20 agosto è stata portata via dalla polizia dopo una perquisizione nel suo appartamento a Mosca. Si chiama Lyubov Sobol. “Hanno sfondato la porta e l’hanno portata via per interrogarla perché ha osato suonare il campanello all’assassino Kudryavtsev”, ha scritto su Twitter Navalny. La stessa Sobol aveva reso noto la notizia con un video sul social network.
L’“assassino Kudryabtsev” è il presunto agente del Servizio di sicurezza federale Fsb, erede del Kgb sovietico, che Navalny avrebbe indotto a confessare l’avvelenamento. Sobol era stata già fermata dalla polizia per essersi recata nell’appartamento della capitale russa dove, secondo il sito web investigativo Bellingcat, l’agente vivrebbe. Ivan Zhdanov, capo del Fondo anticorruzione di Navalny, ha detto che gli investigatori hanno aperto un’indagine su Sobol per violazione di domicilio “con l’uso della violenza o con la minaccia di usarla” dopo che ha suonato il campanello del presunto agente Fsb.
Il presidente russo Vladimir Putin, che Navalny ha accusato ripetutamente del suo tentato omicidio, continua a negare il coinvolgimento dei servizi russi nel caso. Se avessero voluto avrebbero finito il lavoro, ha commentato Putin. Il dissidente però ha sparigliato le carte con un colpo di teatro: ha telefonato all’agente Kudryabtsev fingendosi un superiore e facendosi spiegare nel dettaglio l’operazione. L’agente accusato ha ammesso la responsabilità e spiegato come il veleno sia stato inserito nelle mutande del dissidente. Navalny ha reso pubblica la registrazione. Il veleno usato è il Novichok, agente nervino sviluppato dall’Unione Sovietica.
Una settimana fa un’altra inchiesta di Bellingcat e The Insider dimostrava il coinvolgimento di alcuni membri dei servizi segreti russi nel tentato omicidio del leader dell’opposizione russa. Navalny si era recato in Siberia per la campagna elettorale in vista delle elezioni di settembre. Ha accusato un malore in volo. Soltanto la prontezza del pilota, che ha compiuto un atterraggio di emergenza, gli ha salvato la vita. Il dissidente è stato curato e poi trasferito in un ospedale a Berlino.
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