Da aprile 147mila uomini e donne saranno arruolati nell’esercito russo. Il presidente Vladimir Putin, infatti, ha firmato un decreto per l’arruolamento obbligatorio nelle forze armate che riguarda tutti i cittadini della Federazione Russa tra i 18 e i 30 anni che non sono nella riserva e che sono soggetti alla leva militare. Già in autunno erano stato arruolati per un anno 130mila unità.

Putin e l’arruolamento di 150mila soldati

La chiamata alle armi, quindi, interessa poco meno di 150mila cittadini russi per il periodo da aprile a luglio. Secondo alcune nuove regole, introdotte lo scorso 1° gennaio, sono compresi gli uomini e le donne tra i 18 e i 30 anni, ma sono esclusi quelli che hanno compiuto 27 anni prima della fine del 2023 e i riservisti che hanno 28 e 29 anni. Ci sono anche alcune eccezioni, cioè una moratoria sul servizio per i cittadini che lavorano nelle aziende informatiche.

Non è ancora certo se i nuovi arruolati saranno mandati sul fronte ucraino a combattere. Per il contrammiraglio Vladimir Tsimlyansky, capo dell’organizzazione e mobilitazione dello Stato Maggiore russo, le nuove reclute non parteciperanno alla guerra con l’Ucraina e non saranno inviate nelle regione di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, occupate da Mosca nel 2022.

Patriarca Kirill: “In Ucraina una guerra santa”

A rincarare la dose, ci ha pensato il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, definendo il conflitto in Ucraina “una guerra santa” esistenziale e di civiltà, visto che Mosca difende la “Santa Russia”, si legge in un documento ideologico e politico. Secondo il testo del patriarca, riportato dal Guardian, la guerra finirà con la Russia che avrà preso il controllo su tutto il territorio della moderna Ucraina e con l’esclusione di qualsiasi governo che il Cremlino ritenga ostile.

Redazione

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