Il crollo nei sondaggi, con la Lega superata anche dal Terzo Polo di Renzi e Calenda, l’ossessione per i social e per quei maledetti algoritmi che portano il Capitano a parlare di qualsiasi cosa. E ancora: la corsa per intestarsi o, quantomeno, per annunciare, prima di tutti, le ultime decisioni del nuovo governo Meloni (con Giorgia che continua a volare nei sondaggi), oltre alle parole a fine settembre di Roberto Maroni (l’ex ministro e governatore, tra i fondatori del Carroccio, scomparso pochi giorni fa) che auspicava un nuovo segretario dopo la debacle elettorale.

L’avventura di Matteo Salvini alla guida del partito della Lega sarebbe vicina al capolinea. E’ da tempo che si rincorrono voci e indiscrezioni su un possibile cambio al vertice della segreteria del Carroccio. Ad oggi non c’è nulla di ufficiale ma nei primi mesi del 2023 qualcosa davvero potrebbe cambiare in vista del congresso del partito.

A prevalere la linea moderata di un partito che con Salvini è diventato troppo populista con deliri di onnipotenza (Papeete…) che hanno fatto sempre più sprofondare una Lega che, paradossalmente, ha perso voti nelle roccaforti del nord. Il principale indiziato alla segreteria è il governatore veneto Luca Zaia che in una recente intervista al Corriere della Sera ha spiegato di non avere rapporti conflittuali con lo stesso Salvini, “come spesso raccontato dai media, anzi. Sono concentrato sul mio impegno con il popolo veneto, che tre anni fa mi ha rieletto presidente con il 77% dei voti”.

Ma fare il governatore e segretario di un partito è possibile e Zaia potrebbe seguire la strada di Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e fresco di candidatura alla segreteria Dem per il dopo Letta.

Repubblica oggi riporta un episodio accaduto pochi giorni fa, invitando a non sottovalutare mai i segnali. “Domenica 20 novembre, attorno alle 20.45. Luca Zaia sta per comparire sugli schermi di Che tempo che fa, il programma di Fabio Fazio. Presenta il suo libro, che per molti assomiglia a una promessa di discesa in campo nell’arena nazionale. In quegli stessi secondi, Matteo Salvini interrompe il suo giorno di riposo. Accede ai social dal suo iPhone. E scandisce: “Via il canone Rai. Pagarlo per guardare i Fazio o i telegiornali di sinistra, anche no…”. Attacca proprio Fazio. Atto ostile, smaccatamente ostile, chirurgico. Sgarbo verso il collega, palese. E segnale, appunto, di una battaglia furibonda che sta spaccando la Lega e fatica a restare sopita. In palio c’è la nuova leadership” scrive il quotidiano.

Dopo la batosta elettorale del 25 settembre scorso, Salvini, oggi vicepremier e ministro delle Infrastrutture, ha rispedito al mittente l’ipotesi dimissioni: “Il mio mandato è in mano ai militanti, non in mano a due ex consiglieri regionali o a un ex deputato. Non è un’autoassoluzione, mi prendo io tutte le responsabilità, mi faccio carico degli errori. Onori e oneri, sono abituato a fare così e conto che il 99% della comunità militante lavori insieme. Se qualcuno ha altri progetti, non siamo mica una caserma”.

La Lega alle elezioni politiche del 25 settembre ottenne l’8,8% dei consensi. Negli ultimi quattro anni e mezzo il partito guidato da Matteo Salvini sta attraversando il momento più delicato dopo il 17% delle politiche del 2018 e il 34,2% delle Europee del 2019.

Avatar photo

Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.