Sono lontani i tempi in cui Matteo Salvini riuscì a portare la Lega al 34%. Erano le elezioni europee del 2019, cinque anni fa. Ora, dopo altre votazioni in cui il Carroccio oscilla tra il 7 e il 9%, senza contare le elezioni regionali con risultati ancora più grami, l’obiettivo per il partito è di non scivolare dietro a una rinvigorita e sorprendente Forza Italia. Per Salvini la soglia da raggiungere alle europee di giugno è quella del 10%. Un risultato ambizioso, anche con la possibile candidatura del generale Vannacci, viste le percentuali recenti ottenute. In caso di flop al voto in Europa, si aprirebbero dei ragionamenti in casa Lega sull’affidabilità del proprio leader e Salvini sembrerebbe esserne cosciente, tanto da agire di conseguenza.

Salvini deposita il logo “Italia Sicura” per un nuovo partito

Secondo quanto riporta il Foglio, il ministro dei Trasporti e vicepremier avrebbe depositato il logo di un nuovo partito, o movimento, o forza politica alternativa alla Lega. Il marchio registrato è “Italia Sicura”. Uno slogan pronto da usare in caso di scissione con il suo partito, soprattutto in caso di un’estromissione dalla leadership. A seguire Salvini in questa nuova eventuale avventura politica, sarebbero i suoi fedelissimi, la cerchia più stretta: il Foglio fa i nomi di Claudio Durigon, Andrea Crippa, Luca Toccalini, Andrea Paganella, Roberto Marti, Susanna Ceccardi, Andrea Cecchetti. E insieme a loro i semplici militanti più legati a Salvini, pronti a scindersi dalla Lega.

La guerra interna alla Lega

Salvini si gioca molto con queste elezioni, non a caso ha già alzato il livello dello scontro con opposizioni e con le altre forze di maggioranza. Forza Italia e Fratelli d’Italia, infatti, hanno messo nel mirino anche il tradizionale elettorato nel nord, anche composto da imprenditori, che ha sempre votato Lega ma che negli ultimi anni si è sfilacciato. Il monito è arrivato a più riprese anche dagli amministratori e governatori locali, in primis Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, che cercano con la loro popolarità costante di arginare questo deflusso di voti.

Ma Salvini deve anche guardarsi le spalle dalla vecchia guardia leghista, i cui malumori sono sbocciati in più di un’occasione e che adesso potrebbe trovare sponda in altre forze politiche. Il caso più interessante è la nuova lista di Cateno De Luca, Libertà, in cui è stato coinvolto Roberto Castelli, ex ministro e dirigente della Lega di Umberto Bossi, il fondatore del Carroccio che non ha mai lesinato critiche nei confronti di Salvini. L’inserimento di esponenti storici in altre liste potrebbero togliere ancora più voti all’attuale Lega. Salvini, in caso di fallimento, è pronto a lasciare. O a far sembrare di non essere cacciato dagli altri.

Redazione

Autore