“Plurime circostanze e comportamenti incompatibili con i propri obblighi”, in particolare violando “l’obbligo di mantenere il benessere organizzativo del reparto e atteggiamenti ispirati a principi di lealtà e trasparenza” e per questo motivo secondo il Comitato dei garanti la misura del licenziamento per Saverio Tateo, ex direttore dell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia del Santa Chiara di Trento, è “coerente e proporzionata”. È questo che ha stabilito la Commissione dei garanti che ha firmato un provvedimento di quattro pagine con il quale di fatto conferma la legittimità della decisione della Commissione disciplinare dell’Azienda sanitaria dando il via libera al licenziamento dell’ex primario.

È questo un importante atto nella vicenda iniziata con la scomparsa di Sara Pedri, la ginecologa forlivese di 31 anni svanita nel nulla il 4 marzo. Sin da subito la sua famiglia ha sospettato che la giovane si fosse suicidata perché turbata dal clima di tensione che viveva sul posto di lavoro. Così sono partite le indagini e la sequela di testimonianze contro il primario Tateo e la sua vice accusati a più voci di creare un clima di terrore. Ed è così che sono iniziate anche le indagini della Commissione disciplinare.

Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, il provvedimento del Comitato dei garanti, presieduto dall’avvocato Maurizio Roat e composto dalla dottoressa Grazia Pocher, funzionario nel Dipartimento salute e dall’avvocato Federico Normanni, conferma le conclusioni della commissione disciplinare che a inizio settembre aveva chiesto il licenziamento (“per fatti oggettivi gravissimi”, si legge nel documento) del primario. Nessun atto illegittimo, secondo i garanti, neppure per quanto riguarda il Comitato stesso, nominato quando di fatto la decisione della Commissione disciplinare era già stata presa, tema sollevato con forza dalla difesa. I garanti sottolineano che il Comitato unico di garanzia è stato istituito nel 2013, è la nomina dei componenti che risale a settembre.

Dalle testimonianze raccolte sono emerse nelle scorse settimane 17 contestazioni, tra cui le “vessazioni mortificanti”, i turni “massacranti”, i colloqui in privato al buio. Ma dalle accuse Tateo si è sempre difeso. “Non ha mai pensato di dimettersi, perché convinto di aver sempre agito correttamente e nell’interesse dell’Azienda sanitaria”, ha più volte ripetuto il suo difensore Vincenzo Ferrante. E puinta il dito contro quella decisione dei Garanti che a suo avviso “è un provvedimento che ci lascia molto perplessi hanno agito come se tutti i documenti che abbiamo portato non fossero di provenienza aziendale”. Il legale si riferisce ai registri dei turni in sala operatoria che smentirebbero le accuse di alcune ginecologhe. E annuncia il ricorso davanti al giudice del lavoro.

“Nessuno è stato allontanato o bandito dalla sala operatoria — continua il legale —, le deposizioni dei collaboratori sono smentite dai documenti, sono dichiarazioni raccolte senza un contradditorio nell’ambito di un’attività che non è prevista da alcuna norma di legge. Il ministero si rifiuta di consegnarci gli atti, siamo fuori dai confini legittimi. Adesso sarà l’Azienda sanitaria a doversi assumere le proprie responsabilità davanti a un giudice e provare le 17 contestazioni e se il Tribunale ci darà ragione pagare un corposo risarcimento”.

Intanto continuano le ricerche nel lago di Santa Giustina, a Cles, nei pressi del quale è stata trovata l’auto di Sara Pedri abbandonata insieme ai suoi effetti personali. “Le ricerche non sono mai state interrotte – ha detto Emanuela Pedri, sorella di Sara al Corriere – Mi sento continuamente con il capitano dei carabinieri di Cles e l’appello che lanciamo è che bisogna tornare nel lago con i cani molecolari e con i sommozzatori. Stare a galla, come nelle battaglie che stiamo portando avanti, non porta a niente. Mi auguro che l’ambiente ci permetta di fare questa mossa per la terza volta perché sono convinta che prima o poi qualcosa emerga. Da quello che ho capito tra i mesi di febbraio e aprile il livello dell’acqua si abbasserà e dovrebbero crearsi dei camminamenti attorno al lago che permetterebbero ricerche più approfondite. Se avessi avuto la possibilità di pensare ad un altro scenario mi ci sarei aggrappata in tutti i modi, ma purtroppo tutti gli indizi portano nel lago”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.