Dopodomani sarà in prima fila a Nuoro alla celebrazione del 25 aprile. Ieri ha incontrato gli atleti paralimpici a Villa Devoto. Oggi porta in Giunta le delibere per gli investimenti, circa 12 milioni di euro, per abbattere le liste d’attesa, croce epica della sanità sarda. A giugno, per la prima volta in Regione, patrocinerà il Gay pride sardo: “Mi batto per le donne e per i diritti civili”. Alessandra Todde nella e per la sua Sardegna. Nuorese doc, con Grazia Deledda pluricitata (“Ci ha insegnato a combattere con fierezza pregiudizi e luoghi comuni”), 55 anni compiuti il 6 febbraio, è la prima donna a guidare la Regione.

Donna rock

E, al tempo stesso, a battere Giorgia Meloni. Dal 20 marzo scorso timona l’isola. Petali e spine nell’agenda di una terra ferita da mali di vecchia e nuova data. Sanità, trasporti, energia, lavoro sono da mani nei capelli. Alessandra Todde, tra tirate per il tailleur – che usa poco, ma da quando è stata eletta ha rispolverato qualche centimetro di tacco – marcia decisa. Donna rock, per dirla alla Adriano Celentano. Fin dalle prime avvisaglie di baruffa per le nomine delle sei commissioni consiliari.
“Normale e legittimo confronto politico”, taglia corto. Intanto la presidenza del Consiglio è andata a Piero Comandini, Pd. Il Lavoro alla pentastellata Desirè Manca, più votata in assoluto alle urne, 8.020 preferenze. Dopo aver issato la bandiera del Campo largo a Villa Devoto – sede della presidenza ma avrà lo studio nel palazzone rosso di viale Trento – e sul Palazzo del Consiglio regionale in via Roma, la Todde ha acceso il verde.

In una manciata di mattinate ha incontrato Giorgia Meloni, i ministri Giancarlo Giorgetti e Gilberto Pichetto Fratin, connessi a doppia mandata ai problemi isolani, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato in Vaticano. Insomma, relazioni e strette di mano. Dettagli? Mica tanto. Coniati gli slogan Regione che “comunica, ascolta e informa”, sposata la trasparenza – giunte e delibere scaricabili dal sito -, la “presidente accessibile” sa che salite e curve a gomito non mancheranno. Lo dice la storia della Sardegna e della politica.

La già sottosegretaria grillina ha battuto il candidato del centrodestra, Paolo Truzzu, per 3.061 voti. Per giorni si è temuto fossero meno. Il Campo largo ha chiuso con 334.160, il 45,39%.
La parte avversa si è fermata a 331.099, 44,97%. Tra i 60 consiglieri, 11 seggi sono del Pd, 8 – compresa la Todde – al M5S, 4 di Alleanza Verdi e Sinistra, 3 di Progressisti, Sinistra Futura, Orizzonte Comune e la civica Uniti per Alessandra Todde, 1 per il Partito socialista-Sardi in Europa. Nel centrodestra 8 li ha presi Fratelli d’Italia – incluso quello dello sfidante e sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu – 3 i Riformatori sardi, Partito Sardo d’Azione, Forza Italia e Sardegna al Centro20Venti, 2 Alleanza Sardegna Pli e 1 all’Udc e alla Lega. Nella foto del parlamentino non c’è il già governatore ed europarlamentare, Renato Soru, fermo sotto il 10%.

Polemiche calde

Il fondatore di Tiscali è andato da solo e, per il voto disgiunto, pareva potesse fare una cortesia al centrodestra uscente, guidato dal Psdaz-Lega Christian Solinas.
È andata diversamente. “È nata la giunta che nei prossimi cinque anni darà ai sardi le risposte che aspettano da tempo”, ha detto la Todde. La prima donna del Movimento presidente di Regione ha scelto gli assessori con un binomio preciso: “Parità di genere e competenze”. L’opposizione è in trincea per la nomina di Bartolazzi: “Un Papa straniero per il comparto che assorbe quasi la metà dei circa 8 miliardi di euro del bilancio regionale”. L’oncologo romano, già sottosegretario nel Conte 1, ha da pelare una gatta da manicomio: liste d’attesa, risorse, carenze di medici, pediatri, anestesisti, chirurghi, infermieri e personale specializzato, viaggi della speranza, assistenza territoriale e ospedali al collasso. I dati del Sole24Ore hanno certificato che la Regione è al quarto posto in Italia per spesa pro capite in sanità e al terzo per garanzia dei livelli di assistenza erogati. Per Bartolazzi e la Todde, sottosegretaria al Mise con Conte e viceministra allo Sviluppo economico con Draghi, il lavoro abbonda. E sono calde le polemiche per l’altra chiamata “continentale”, il segretario generale Saverio Lo Russo. “Consigliere di Palazzo Chigi, ha diretto la conferenza Stato-Regioni, conosce gli strumenti per lavorare col governo e con l’Europa. Un’esperienza che serve per cambiare passo e standing. Papa straniero? Se le cose fossero andate bene e stessimo toccando equilibri funzionanti, capirei le critiche. Ma affrontiamo macerie e disastri, concentriamoci su esperienza e competenze”. Risposta secca. Ma il tema non si smaltisce in tempi rapidi.

Il tour prosegue

Intanto la Giunta è uscita in fretta dai box. “In quattro settimane ci sono state più Giunte che negli ultimi due anni della Giunta Solinas”, dice lo staff della premier.
Nella prima seduta della diciassettesima legislatura sarda, delibere per Election day, seggi per europee e comunali l’8 e il 9 giugno, interventi su sanità, lavoro, istruzione e campagna anti incendi. Rumorose anche le sforbiciate su alcune nomine effettuate last minute dal governo uscente. Di forte interesse anche la fusione degli aeroporti. “Ci confronteremo con gli attori principali, Camera di Commercio, F2i. La Regione deve avere una posizione strategica: gli scali – ha rimarcato la presidente – sono porte di ingresso e uscita dell’Isola. Per essere competitivi col mondo esterno, dobbiamo esercitare adeguatamente le nostre prerogative”. Alessandra Todde ha girato l’isola in campagna elettorale, antipasto di un tour della vicinanza che prosegue. Dalla comunità di don Ettore Cannavera, prete di strada che strappa alla delinquenza giovani destinati al carcere, agli studenti universitari alle prese con le incognite dell’Intelligenza artificiale o con le botte in piazza. “Agli scontri di Pisa gli elettori sardi hanno risposto ai manganelli con le matite”, ha chiosato la presidente. Spazio anche alla rabbia di operatori sanitari e allevatori. E al cachemire griffato di Miuccia Prada, Maurizio Bertelli, Marco Tronchetti Provera e lo skipper Max Sirena, in felpa d’ordinanza, incontrati al varo cagliaritano di Luna Rossa, pronta per l’America’s Cup: “Un’eccellenza mondiale da strutturare per valorizzare dei nostri patrimoni turistici, economici, d’accoglienza”. Ma dal territorio i lamenti proseguono. Urlano agricoltori, cassintegrati, volontariato e comitati anti speculazione sulle rinnovabili.

Le risorse

“La Sardegna non è una colonia, non può diventare la pattumiera nucleare d’Italia. Le energie rinnovabili devono servire per abbattere la bolletta dei cittadini e delle imprese più competitive, non per riempire le tasche dei giganti energetici multinazionali. Sole, vento e mare sono materie prime da curare al meglio”, le parole della governatrice in vista del faccia a faccia con i prefetti. Vegetariana (“Il porchetto arrosto? Buonissimo, ne ho mangiato tanto!”), i genitori Francesca e Giovanni, docente di matematica deceduto dopo aver lottato contro la Sla (“Con mia madre mi ha dato la volontà nel credere e lottare per i diritti, specie degli ultimi)”. Nel podio degli affetti anche la sorella Mara, sposata con PierCarlo, che le ha dato gli adorati nipoti Filippo e Francesca. Alessandra Todde si è goduta “C’è ancora domani” della Cortellesi (“Commovente ed emozionante!”), va a cavallo e da manager si è messa al servizio dei tanti.
Adesso la posta sale. E di tanto.

Mario Frongia

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