Nel “Si&No” del Riformista spazio al caso dei due giornalisti Rai sospesi dopo i commenti sessisti intercettati in un fuori onda al termine della diretta: è giusto il provvedimento di viale Mazzini? Favorevole Daniele Macheda, segretario Usigrai, secondo cui “la Rai è un servizio pubblico, serve un tuffo nella responsabilità”. Contraria Hoara Borselli. “Nel fuori onda siamo liberi di dire tutte le idiozie, troppa rigidità finirà per limitare la libertà di espressione” commenta. 

Qui l’articolo di Hoara Borselli:

Potremmo chiamarla l’estate delle censure in Rai. Non bastava la cacciata di Facci, censurato per una frase scritta in un articolo – una frase – sbagliata. Censurato e cacciato via. Ora è toccato ai due cronisti sportivi della Rai Lorenzo Leonarduzzi e Massimiliano Mazzucchi che in un fuori onda, convinti che i microfoni fossero spenti, con linguaggio confidenziale si sono raccontati una barzelletta – così hanno detto -, bollata come sessista. Ora si beccano un processo dall’azienda. Non voglio stare a commentare il contenuto della barzelletta perché lo trovo un esercizio stupido e inutile, piuttosto voglio soffermarmi su quanto possa essere giusto punire per ciò che viene detto fuori dal contesto lavorativo. Mi spiego meglio.

Una volta finito un servizio che mi sembra i due cronisti abbiano diligentemente offerto al servizio pubblico, due persone saranno o meno libere di dire ciò che gli pare? O dobbiamo iniziare a fare i processi su ciò che confidenzialmente ognuno di noi si dice nei momenti di svago? Saremo censurati tutti, probabilmente tutti disoccupati perché se al capoufficio arrivasse ciò che viene detto durante la pausa caffè fra amici e colleghi credo non la scamperebbe nessuno.

Il contenuto della barzelletta non è stato di gradimento al telespettatore Rai che si è prontamente messo al pc perché indignato da quelle frasi sessiste che ha ascoltato?
Forse la Rai piuttosto che sollevare i due cronisti dall’incarico avrebbe dovuto sì scusarsi per l’accaduto ma spiegare che nell’esercizio delle loro funzioni non avevano commesso nulla di sbagliato. Forse se c’è da ravvisare uno sbagli, assolutamente innocente, è di chi non ha spento i microfoni ai cronisti una volta finita la cronaca.
Se poi mi chiedete se mi sono piaciute le frasi che hanno detto sulle donne? No e se devo essere sincera, come barzelletta l’ho trovata orrenda.
Però una volta contestualizzato il tutto non trovate eccessivo il provvedimento? Non si rischia una deriva di libertà di parola nel tempo libero? Censuriamo tutte le barzellette a sfondo sessuale? Tutti i film, le canzoni. Non pensate si stia esagerando?

Nel fuori onda i due cronisti sostenevano che le donne a letto sono tutte uguali. Non credo che ci sia bisogno che spieghi quanta banalità e se vogliamo volgarità ci sia in questa frase. Ma ripeto, non è stata pronunciata durante il lavoro cui erano chiamati a svolgere. Sulla donna “grossa” hanno spiegato che è stata una frase usata come parallelismo rispetto alla longevità di nuotatrici più esili per puntualizzarne il vantaggio. Non può essere considerato un commento tecnico? Dire che una donna è grossa rispetto ad una piccola è un’offesa?

Allora eliminiamo gli aggettivi di paragone a scuola perché sono le prime parole che insegnano ai bambini delle elementari. Grasso magro, alto basso, bello brutto, si trova in tutti i libri delle primarie. Due sono le questioni di questo caso politico.

La prima riguarda il microfono aperto. Perché è stato lasciato un microfono per sbaglio aperto a provocare il clamoroso incidente. E cioè a mandare in onda le chiacchiere dissennate di due cronisti, del tutto ignari che le loro balordaggini stavano espandendosi via etere. Perché quel microfono era aperto? È certo che se il microfono fosse stato chiuso, come doveva essere, l’incidente non sarebbe mai avvenuto. I due cronisti sarebbero restati al loro posto e oggi noi non avremmo mai saputo che due cronisti sportivi della Rai sono due maschi ancora parecchio ignorantelli.

La seconda questione è quella più scottante. La punizione. La censura. La Rai che trovandosi in imbarazzo reagisce sempre allo stesso modo. Tacendo e cacciando. È successo tante volte in passato. Anche in situazioni molto, molto più nobili. All’alba dei tempi successe a Dario Fo e Franca Rame, se non ricordo male successe anche a Raimondo Vianello e Tognazzi, più recentemente addirittura a Gad Lerner, per un errore di valutazione sulle immagini trasmesse dal Tg1. La Rai quando sente di essere finita sotto la critica di qualche giornale chiude l’incidente licenziando, o censurando, o mettendo a tacere. Ecco questo a me non piace. L’idea liberale è una idea complessa, difficile da capire. Ma molto bella. Si basa sul concetto che io sono libero, io sono libera, tu sei libero, tu sei libera. Libera o libero anche di dire una quantità industriale di idiozie. Certo sarebbe meglio che queste idiozie non fossero diffuse via radio. Ma di questo, mi pare di capire, la colpa non è loro.

Avatar photo

Inizio la mia carriera artistica come una delle protagoniste della fortunata "soap opera" CENTOVETRINE per essere poi chiamata dal Cinema a rivestire il ruolo di protagonista nel film PANAREA. Il grande successo è arrivato con la trasmissione BALLANDO CON LE STELLE, vincendo la prima edizione. Ho proseguito partecipando alle tre edizioni successive. Da lì il ruolo da protagonista nella tournèe teatrale la febbre del sabato sera, dove ho calcato, a ritmo di "sold out", tutti i più grandi teatri italiani. A seguire sono stata chiamata come co-conduttrice e prima ballerina nel programma CASA SALEMME SHOW, quattro prime serate su Rai1. In seguito ho affiancato Fabrizio Frizzi nella conduzione della NOTTE DEGLI OSCAR, poi Massimo Giletti nella conduzione di GUARDA CHE LUNA sempre su Rai1. Poi ho condotto il Reportage di MISS ITALIA. Sono stata protagonista della fiction televisiva PROVACI ANCORA PROF, otto puntate in prima serata su Rai1 e TESTIMONIAL di importanti aziende di vari settori.