Federico. Mi chiamo Federico, non Domenico. Se Scanzi, che mi attacca dalle colonne de “Il Fatto Quotidiano” dandomi addirittura l’onore del titolo, avesse avuto la pazienza di approfondire e non guardare una pagina non ufficiale di Wikipedia, lo avrebbe scoperto. Come avrebbe scoperto, semplicemente andando sul mio sito, che, in realtà, sono attivo in politica da 35 anni. Sono stato tra i fondatori di organizzazioni politiche, giornali, la festa di Atreju e dello stesso partito, Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni e Fabio Rampelli.

Lavoro da quando ho venti anni. Ho studiato anche Filosofia teoretica superando il primo anno ma la vita è feroce e ti travolge. Questa è un’altra storia, troppo privata per scherzarci sopra. Ho anche pubblicato qualche saggio culturale con editori nazionali ma, come direbbe Gep Gambardella, “trascurabili” per chi non si interessa di valorizzazione di beni culturali e rievocazione. Ma io “so di non sapere” per socratica umiltà…

Sarebbe bastato, poi, andare sul sito della Camera per vedere centinaia di atti parlamentari, tra emendamenti, mozioni, ordini del giorno, risoluzioni e proposte di legge mie e dei miei colleghi. Non a caso, siamo fra i primi gruppi per produttività parlamentare, a differenza del M5S in cui il 35% dei deputati non ha presentato alcuna proposta. Pensate, 77 deputati in 2 anni e mezzo di legislatura non hanno presentato neanche un atto. Per non parlare delle decine di interventi in aula che ho tenuto. Pertanto, se questa è l’accuratezza con cui esercita il suo lavoro di giornalista… Però Scanzi, ormai, non fa più il giornalista, no. È un uomo di spettacolo con tanto di agente e cachet, chissà forse anche sulle reti Rai.

Scanzi ha inventato un nuovo genere: il giornalismo con la bava alla bocca e le paillettes – o forse semplicemente lo ha copiato, così, un po’ alla buona… Ringhia non appena si tocca il suo governo giallo-rosso, vestito da tronista. Azzanna, insulta, sbeffeggia, aizza i suoi troll sulle pagine dei “nemici” di Conte ma non disdegna il cachet di Miss Italia. Io sarei reo di aver fatto il pollice verso in aula durante il discorso di Conte. Mamma mia, addirittura! Pensate, orrore, orrore! Seguono insulti personali di cui, visto che mi chiama Nerone, “Me ne fregio!”, citando l’unico vero e grande Nerone, quello di Ettore Petrolini.

Ma lui può, la fama glielo permette. Anzi, lo precede. Peccato che difetti di rispetto, professionalità, eleganza ed eloquio brillante. Tutto è spettacolo per Scanzi, forse pubblicità per il suo ultimo libro. Chissà se un giorno imparerà a rispettare le posizioni e le provocazioni di chi contrasta questo governo, che è il peggiore della Storia repubblicana, autoritario e inadeguato, invece di scrivere “scanziate”.