Torna libera la donna di 85 anni che si trovava in cella a San Vittore per aver occupato un appartamento. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano, presieduto da Giovanna Di Rosa, ieri ha disposto la scarcerazione per l’anziana donna, non autosufficiente, che da circa due settimane si trovava nell’istituto milanese per un ordine di carcerazione emesso dalla Procura a causa di una condanna definitiva a 8 mesi per l’occupazione abusiva di un alloggio.

Il caso era stato denunciato dall’associazione Antigone. I giudici della Sorveglianza di Milano si sono subito attivati e hanno adottato il provvedimento di sospensione della pena che porta alla scarcerazione della donna di origine bosniaca. L’85enne, aveva fatto sapere l’associazione Antigone, ha bisogno di un’assistenza personale e una gestione sanitaria costante da parte di altre detenute e degli operatori del carcere. L’associazione aveva parlato di una “situazione che non dipende dal penitenziario”. Si era immediatamente mobilitato anche il garante dei detenuti del Comune di Milano, Franco Maisto. “Abbiamo la prova che quando la povera gente non viene assistita nei giudizi queste sono le conseguenze. E che è sempre bene avere gli occhi aperti e guardare le persone”, ha commentato il garante cittadino dopo la scarcerazione.

“La donna fu condannata in contumacia, a febbraio 2021”, spiega Maisto che l’aveva vista in carcere e l’ha descritta come non orientata nel tempo e nello spazio, claudicante e non autosufficiente. A firmare l’istanza di scarcerazione è stata la stessa 85enne, aiutata dagli operatori del carcere di San Vittore, dove era entrata a fine settembre e dove tre giorni fa ha anche trascorso il suo compleanno. Fuori dalla casa di reclusione ha trovato la figlia che l’ha presa in carico e che abitano in provincia di Novara. La donna fu condannata, con sentenza diventata definitiva, a 8 mesi con sospensione condizionale della pena.

Sospensione legata al fatto che entro tre mesi avrebbe dovuto lasciare la casa occupata abusivamente. L’anziana non lasciò l’appartamento e quindi il Tribunale revocò la sospensione della pena e l’Ufficio esecuzione della Procura di Milano, sulla base della sentenza, emise lo scorso marzo l’ordine di esecuzione della pena ma sospeso, perché si trattava di una pena sotto i 4 anni. Tra aprile e giugno per due volte la Procura aveva notificato l’ordine sospeso al difensore che aveva la possibilità nei termini previsti (30 giorni) di chiedere, sulla base delle condizioni di salute e dell’età della donna, la misura alternativa al carcere. Nel frattempo, con un verbale di vane ricerche la donna era stata dichiarata irreperibile.

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