L’inverso sta per finire e si spera anche le influenze stagionali. Ma ad aprile si registra un aumento di contagi di streptococco e di conseguenza di scarlattina. “La scarlattina è una malattia esantematica contagiosa, causata dallo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A (SBEGA) – si legge sul sito dell’Ospedale pediatrico Banbino Gesù – un batterio che produce una tossina detta tossina pirogenica. La tossina pirogenica, passa in circolo causando l’esantema e gli altri sintomi della malattia”. Si tratta di una malattia abbastanza comune che non provoca casi gravi ma può colpire sia i bambini sia gli adulti.

È altamente contagiosa ma può essere curata con antibiotici semplicemente contattando il medico di base. La scarlattina si trasmette per via aerea con le goccioline di saliva (tosse, starnuti ecc.) da un bambino malato o portatore (presenza senza sintomi) del germe che è di regola a carico della faringe (faringite streptococcica), molto più raramente della cute (impetigine). Colpisce i bambini dopo il secondo anno di vita. Non compare mai prima del sesto mese di vita ed è molto rara fino ai due anni. È più frequente nei mesi invernali. La scarlattina, molto raramente, può presentarsi nuovamente in una persona già colpita e guarita, come capita per altre malattie esantematiche. È caratterizzata dalla comparsa di macchioline rosse sul corpo prodotte da una tossina del batterio. Un adeguato e tempestivo trattamento antibiotico debella l’infezione e le complicazioni sono diventate rare, spiega l’Iss.

Quali sono i sintomi della scarlattina

Secondo quanto riportato dal sito dell’Ospedale Bambino Gesù, l’incubazione della scarlattina è breve (2-5 giorni). La comparsa è improvvisa con febbre alta spesso accompagnata da brividi, nausea, vomito e mal di testa. Dopo poche ore, compare l’esantema. L’esantema si manifesta inizialmente nella zona dell’inguine e delle ascelle per diffondersi poi rapidamente al tronco, alle braccia e alle gambe.

Al volto, l’arrossamento delle guance contrasta con il relativo pallore del naso e della zona intorno alla bocca. Faringe e tonsille sono spesso fortemente arrossate. Le linfoghiandole del collo di solito sono tumefatte e dolenti. Dopo 24-48 ore la lingua assume l’aspetto della lingua a lampone: fortemente arrossata con papille gonfie. L’esantema da scarlattina è caratterizzato dalla comparsa di minuscole macchioline lievemente rilevate, di un colorito rosso acceso, che tendono a confluire tra loro conferendo alla pelle un colorito uniformemente arrossato (rosso vivo). L’esantema dura 3-4 giorni, poi impallidisce, la febbre scompare e subentra una desquamazione della pelle a lamelle, soprattutto ai palmi delle mani e dei piedi, che dura 10-20 giorni.
Raramente ci possono essere complicazioni. L’infezione può diffondersi e provocare ascessi intorno alle tonsille, può risalire alle alte vie respiratorie (sinusite), all’orecchio (otite) e ai polmoni (polmonite). La complicazioni post-infettive della scarlattina sono in genere rare e comprendono la malattia reumatica (febbre reumatica) che colpisce le valvole cardiache e le articolazioni, la glomerulonefrite che colpisce i reni e la corea di Sydenham che colpisce il sistema nervoso provocando movimenti involontari di braccia e gambe (il cosiddetto ballo di San Vito).

Streptococco, il contagio e quanto dura

Come tutti i virus lo streptococco si diffonde attraverso le microgocce espulse con starnuti e tosse. La scarlattina è contagiosa dal periodo della comparsa dei disturbi fino a circa 24 ore dopo l’inizio della terapia antibiotica. In assenza di cure, è contagiosa per 2-3 settimane. Per evitare il diffondersi dell’infezione, la persona ammalata dovrebbe rimanere isolata e, quindi, non recarsi a scuola o al lavoro per almeno 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica. Per scoprire se si tratta di streptococco è necessario fare un tampone. Molte farmacie ne sono fornite: nelle ultime settimane si è verificato un forte aumento delle richieste.

I sintomi dei bambini a cui fare attenzione

Il National Health Service (UKHSA) inglese ha stilato un elenco di sintomi associati che devono destare attenzione nei genitori: aggravamento generale delle condizioni del bambino, inappetenza, pannolini asciutti per almeno 12 ore o altri segni di disidratazione, febbre superiore ai 38 gradi per i bambini sotto i tre mesi e superiore a 39 per quelli dai tre mesi in su stanchezza e irritabilità.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.