Con la diminuzione dei casi di Covid in tutto il mondo, in tanti avevano sperato di non sentir più parlare di nuove varianti e ondate. Purtroppo quel momento non è ancora arrivato. Ma, secondo gli scienziati, gli italiani possono stare per il momento moderatamente tranquilli nonostante l’ultima minaccia che arriva dall’India: la nuova variante Omicron che si chiama Arturo, come una delle stelle più luminose del firmamento. Il suo nome ufficiale è XBB.1.16, Arturo appunto e in India i contagi sono quadruplicati da febbraio 2023 quando questa ennesima variante di Omicron ha iniziato a circolare. L’allerta in Europa è ugualmente scattata.

Secondo i dati dell’Oms, citati da Repubblica, registrano negli ultimi 28 giorni quasi 3,6 milioni di nuovi casi di Covid e oltre 25 mila decessi, con una diminuzione rispettivamente del 27% e del 39% rispetto ai 28 giorni precedenti. Numeri che potrebbero comunque essere sottostimati per l’abbassamento della sorveglianza in tutto il mondo. Il trend in ribasso sembra comunque essere confermato anche dai dati sui ricoveri: le informazione raccolte su un campione di 42 Paesi mostrano che dal 20 febbraio al 19 marzo 2023 si è registrata una riduzione del 9% dei nuovi ricoveri e del 5% degli ingressi in Terapia intensiva.

In questo contesto arriva Arturo che è subito diventata l’osservato speciale dell’Oms. Si tratta di una ricombinante di BA.2.10.1 e BA.2.75 e condivide una mutazione (F486P) con XBB.1.5, a cui attualmente sono riconducibili il 45% delle sequenze depositate nel mondo. Come le altre varianti più recenti ha imparato a eludere maggiormente le difese immunitarie manifestando un aumento della trasmissibilità e maggiore patogenicità. Al momento, riferisce l’Oms, Arturo è stata segnalata in 21 Paesi, ma nulla indica un aumento dei ricoveri, degli accessi in Terapia intensiva o dei decessi. Per il momento non ci sono evidenze che Arturo possa causare forme d’infezione più gravi. Ma l’allerta e l’invito alla cautela da parte delle autorità sanitarie resta.

Quali sono i sintomi di Arturo

Da quando Omicron ha iniziato a circolare, si sono moltiplicate le sue sottovarianti con grande rapidità. E i sintomi che generano sono simili: è stato appurato che Omicron e le varianti che l’hanno seguita colpiscono soprattutto le alte vie respiratorie, causando febbre, tosse e altri effetti assimilabili a uno stato influenza. Va fatta attenzione anche a mal di testa, affaticamento, sia lieve che grave, starnuti e mal di gola. I vaccini continuano ad essere ottimi dissuasori ma le Autorità restano con gli occhi aperti.

Massimo Ciccozzi, responsabile Unità di statistica medica ed epidemiologia della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma è certo: “Non dobbiamo temere nuove ondate in Italia”. “La nuova variante Arturo è un argomento per scienziati da social o da bar – ha sottolineato Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova -. Nessuna variante Omicron ha finora aumentato patogenicità o gravità del Covid. Non lo sta facendo e non lo farà nemmeno Arturo”. Ma c’è anche chi la pensa diversamente: “È l’ennesima conferma dell’instabilità notevole del virus – ha spiegato Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi di Milano – Una caratteristica per certi versi perfida, che ha permesso al Covid di fare quello che ha fatto e che, temo, ancora continuerà a fare: creare nuove varianti in grado di schivare l’immunità e di mantenere alta la circolazione virale”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.