È iniziata la battaglia per la presidenza delle Commissioni. Soprattutto in seno alle opposizioni che si contendono le due bicamerali che per prassi spettano a loro: Copasir e Vigilanza. Cioè commissione di controllo sui servizi segreti e commissione di controllo sulla Rai.

I Cinque stelle, per il Copasir, hanno proposto il nome di Roberto Scarpinato, personaggio di punta del gruppetto dei magistrati antimafia che in questi anni hanno presidiato i media – giornali e Tv – ma nella lotta a “Cosa Nostra” sono rimasti con un pugno di mosche. È un gruppo molto eterogeneo, un po’ siciliano e un po’ calabrese. Tra loro c’è chi è caduto nei depistaggi, chi ha inseguito inutilmente, anziché i mafiosi, i nemici dei mafiosi (cioè quelli che la mafia la combattevano davvero, come il generale Mori), chi ha insabbiato inchieste che invece erano di grande valore e avrebbero inferto colpi duri a Cosa nostra, chi passa le giornate a paragonarsi a Falcone ma poi arresta arresta, ma arresta anche tanta gente per bene e poi perde tutti i processi.

Scarpinato è andato in pensione qualche mese fa e immediatamente è passato al fronte della politica e si è fatto eleggere senatore. Succede spesso ai magistrati. Magari non a quelli che lavorano duro, indagano, verificano, cercano di dare forza alla giustizia. Più spesso capita a quelli che ottengono una buona visibilità sui mezzi di informazione e godono di appoggi politici giusti.

Ora però il problema non è la biografia di Scarpinato o il giudizio politico o professionale che si dà su di lui. Il problema è semplice: possibile che la magistratura debba accaparrarsi il controllo sui servizi segreti? E che la politica si faccia da parte? Sarebbe la prima volta che un magistrato prende la guida del Copasir. In barba alla separazione dei poteri. Speriamo che almeno questa ce la risparmino.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.