Resti di un cadavere sono stati ritrovati durante le ricerche di Francesca Deidda, la donna di 42 anni scomparsa tre mesi fa, a inizio maggio 2024 da San Sperate, nel sud Sardegna, a circa 20 chilometri da Cagliari. Le ricerche erano riprese nella mattinata di oggi, 18 luglio, con l’ausilio di cani molecolari e, nelle scorse ore, c’è stato il ritrovamento di resti umani nei pressi del ponte romano, vicino alla vecchia Statale 125 Orientale sarda, in località San Priamo. Sul posto si attendano gli accertamenti del medico legale Roberto Demontis ma, dai primi rilievi effettuati dalle forze dell’ordine, arriverebbero conferme che i resti del corpo trovati siano proprio di Francesca Deidda. Rilievi verranno effettuati anche dai carabinieri del Ris di Cagliari.

L’interrogatorio del marito interrotto per il ritrovamento di resti umani

La donna, stando a quanto emerso nelle indagini, sarebbe stata uccisa dal marito, Igor Sollai, 43 anni in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. L’uomo, interrogato in mattinata dal pm Marco Cocco, continua a ribadire la sua innocenza, sostenendo che la moglie si sia allontanata volontariamente. I suoi legali Carlo Demurtas e Laura Pirarba hanno spiegato all’Ansa che “il nostro assistito ha risposto alle contestazioni, ricostruendo la vicenda, fornendo le informazioni su ciò che non torna, guardando anche mappe e fotografie”. Il pm ha deciso poi di sospendere l’interrogatorio che dovrebbe riprendere la prossima settimana perché era stato intanto informato del ritrovamento dei resti umani. L’udienza del Riesame sulla richiesta di scarcerazione presentata dai legali si terrà il prossimo 23 luglio.

Le ricerche e il ritrovamento degli effetti personali

Dal 10 luglio le ricerche del corpo di Francesca Deidda si erano concentrate nella zona in cui era stato localizzato per l’ultima volta il suo cellulare. Nell’alveo di un torrente, nei giorni scorsi, sono stati trovati effetti personali della 42enne, fra cui un bite dentale che è stato riconosciuto dall’odontotecnico che l’aveva preparato.

Il movente: la relazione extraconiugale e i beni

La versione di Sollai è stata smentita dai familiari di Deidda che non hanno mai creduto alla testi dell’allontanamento volontario. Secondo gli investigatori, il marito avrebbe commesso l’omicidio, occultando poi il cadavere e rispondendo per settimane ai messaggi che arrivano sul cellulare della donna (così da tenere in piedi la pista dell’allontanamento volontario) perché aveva un’altra relazione, che andava avanti da circa un anno, ma allo stesso tempo non avrebbe voluto separarsi perché temeva di perdere i beni, tra cui la casa di San Sperate, che aveva con Francesca. Ipotesi chiaramente tutte da confermare.

 

 

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