Non aumentano soltanto i contagi, gli ingressi nelle terapie intensive. Crescono in questi giorni in Italia anche i pazienti dal quadro clinico preoccupante se non grave che rifiutano le cure del contagio da covid-19. A farlo sapere, tramite un documento, la Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione Terapia Intensiva Siaarti. Stando a quanto si legge aumentano i “casi di pazienti con quadri clinici severi correlati a Covid-19 che rifiutano il ricovero in Terapia Intensiva o di sottoporsi a trattamenti di supporto vitale giudicati utili e appropriati dai curanti”.

Il bollettino dell’emergenza diffuso oggi dal ministero della Salute ha riportato 68.502 nuovi contagi, 140 vittime, 1.125.052 attualmente positivi, tasso di positività al 15,2%, 1.351 i pazienti in terapia intensiva in Italia, 32 in più rispetto a ieri, e 12.333 ricoverati con sintomi nei reparti ordinari, in crescita di 577 unità. La Fondazione Gimbe ha fatto sapere che “con questo tasso di crescita dei casi rischiamo comunque di intasare gli ospedali perché si può arrivare a 2 milioni di positivi” e “se anche il tasso dei ricoveri fosse l’1% avremmo 20mila persone in ospedale”.

Si legge, nello stesso documento della Siaarti intitolato Pandemia e rifiuto dei trattamenti di supporto vitale, che “per quanto le circostanze possano essere difficili e faticose, al rifiuto ripetuto e ostinato del paziente non deve far seguito il suo ‘abbandono‘”. La Società ricorda che “nessun trattamento sanitario può essere imposto a chicchessia, anche se il trattamento diagnostico o terapeutico proposto sia un trattamento ‘salva vita’”. Anche laddove gli operatori sanitari si trovino ad avere a che fare con negazionisti o No Vax, non devono mai venir meno un atteggiamento rispettoso e “non giudicante”, anche se questo rappresenta “un aspetto gravoso e doloroso per i medici e per gli infermieri”.

Il medico Sergio Harari ha scritto per l’appunto sul Corriere della Sera di lutti incomprensibili per i medici: un atteggiamento completamente opposto, quello di alcuni pazienti, a quello di malati che accettano percorsi terapeutici durissimi e dolorosissimi per combattere un tumore o affrontare un trapianto per il loro attaccamento alla vita. “Mai ho assistito a un diniego così netto, oppositivo e ideologico come con i no-vax che da soli si condannano a morte certa – ha scritto Hariri – Addirittura alcuni rifiutano l’ossigeno mentre le unghie sono ormai blu per la cianosi e il fiato è sempre più corto”.

Sarebbero ancora intorno a sei milioni, secondo i dati dello scorso dicembre dell’Istituto Superiore di Sanità, gli italiani che non si sono sottoposti neanche alla prima somministrazione del vaccino anti-covid. Il documento della Siiarti sottolineava “lo sforzo di spiegare e motivare per tempo, con la massima attenzione e rispetto, in modo chiaro, veritiero e documentato”, ma anche “con ragionevole insistenza” l’utilità dell’impiego di trattamenti di supporto vitale, “compresa, se clinicamente appropriata, la ventilazione invasiva” e che “tutte le fasi, le motivazioni e le decisioni relative al consenso a trattamenti diagnostico-terapeutici, compresi quelli di supporto vitale, o al loro rifiuto devono essere documentati di volta in volta nella cartella clinica”.

La stessa società denunciava a novembre scorso, e quindi mentre esplodeva il contagio causato dalla nuova variante Omicron, che “con queste cifre e con questa tendenza preoccupante, che cade nel periodo autunnale e invernale in cui le aree critiche sono già sotto pressione, nel giro di un mese il sistema ospedaliero delle terapie intensive rischia pericolosamente l’intasamento”.

Sono state quasi 48mila le assunzioni nella Sanità che intanto ha previsto la manovra. “Arriva una boccata di ossigeno e una iniezione di energia nelle Aziende sanitarie e ospedaliere. Finalmente si torna a investire nella sanità pubblica e soprattutto nelle risorse umane”, ha commentato il Presidente di Fiaso (Federazione Aziende Sanitarie e Ospedaliere) Giovanni Migliore.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.