La strada è praticamente già segnata. Il governo Draghi è pronto a varare nei prossimi giorni, probabilmente nel corso del Consiglio dei ministri di giovedì, il ‘super Green pass’ per fare fronte alla nuova ondata di contagi che sta colpendo in particolare le Regioni del nord Italia.

L’esecutivo dell’ex numero uno della Bce ha quindi deciso di seguire le richieste, sempre più pressanti, dei governatori e di alcuni sindaci. Non basta più l’appello alla terza dose anti-Covid, perché i contagi continuano a crescere e da alcune Regioni, in particolare il Friuli Venezia Giulia del leghista Massimiliano Fedriga, arriva numeri sempre più allarmanti dalla tenuta degli ospedali.

Proprio la Regione di confine è quella che più di tutte rischia, a partire da lunedì prossimo, di scivolare in zona gialla.

Ma torniamo al ‘super Green pass’. Il calendario per arrivare a nuove restrizioni è ancora in dubbio: oggi alle 18 si terrà l’incontro tra Regioni e governo chiesto da Fedriga, quindi tra mercoledì mercoledì la cabina di regia e infine giovedì il Consiglio dei ministri. Non è chiaro se il certificato verde ‘rafforzato’ arriverà nell’immediato: il governo, come ricorda il Corriere della Sera, deve interpellare prima di una decisione simile l’Aifa, il Garante della privacy e il Cts, il Comitato tecnico scientifico.

Giovedì però in Cdm potrebbero arrivare altre misure per fare fronte alla “recrudescenza epidemica”: l’anticipo della dose ‘booster’ a cinque mesi dalla seconda somministrazione; l’obbligo di terza dose per i medici, gli infermieri e gli operatori delle Rsa; la riduzione della validità del Certificato verde a 9 mesi vincolato alla terza dose; l’esclusione dei non vaccinati da luoghi come bar e ristoranti al chiuso, palestre, stadi, cinema.

In forse invece altre misure, sulle quali non c’è ancora accordo: l’estensione dell’obbligo vaccinale anche al personale scolastico; l’eventualità di seguire il modello austriaco imponendo l’obbligo vaccinale; la riduzione della validità del tampone molecolare a 48 ore e dell’antigenico a 24 ore.

E a proposito di tampone: per i no vax quello molecolare nelle intenzioni di governo e Regioni sarà necessario soltanto per recarsi a lavoro, o per salire su treni ad alta velocità e aerei, mentre l’idea di rendere obbligatoria la certificazione verde sui mezzi del trasporto pubblico locale sembra essere ormai scartata per l’impossibilità di effettuare i controlli, come denunciato dai sindacati di settore.

Sintesi da trovare anche sui divieti ‘di Natale’. Il Corriere scrive infatti che l’ipotesi prevalente tra i ministri del governo Draghi è di far scattare le restrizioni per i non vaccinati soltanto in zona arancione e rossa. Una scelta basata sulle regole della zona gialla che potrebbe ricomparire in alcuni Regioni lunedì prossimo: far pesare le restrizioni solo sui No vax, di fatto, si tradurrebbe nel toglierle agli altri, col rischio di far comunque progredire l’epidemia di Coronavirus.

Se i tempi del super Green pass sono ancora incerti, le Regioni spingono Palazzo Chigi a fare in fretta, già a partire dal 29 novembre, quando le prime Regioni dovrebbero passare in zona gialla.

Servono al più presto misure differenziate, in modo da favorire l’adesione alla campagna vaccinale degli ultimi indecisi e dare certezze ai ristoratori, agli albergatori, ai negozianti. Non è una discriminazione, è la garanzia per non chiudere tutto”, ha spiegato domenica il presidente del Friuli Venezia Giulia Fedriga.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia