L’Italia prepara una nuova ‘stretta’ e alza la guardia. Fra le misure al vaglio del governo per arginare la quarta ondata e, contemporaneamente, scongiurare le chiusure in vista del Natale, c’è quella di introdurre il super green pass come l’ha chiamato stamani a Mestre, il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, durante un incontro di Forza Italia.

Vuol dire non penalizzare i non vaccinati, ma premiare i vaccinati”, ha detto Brunetta. Un passaporto Covid ‘rafforzato’ quindi, con criteri più stringenti, che sarà necessario per usufruire di servizi non di prima necessità. Così, per avere accesso ad attività ricreative come ristoranti, bar, teatri, cinema e stadi, non basterà un Green pass ottenuto con tampone negativo, ma sarà indispensabile la vaccinazione. Un’altra ipotesi sarebbe quella di limitare la validità del test antigenico a 24 ore, oppure quella di ammettere solo il tampone molecolare.

“Rafforzare il Green pass – ha aggiunto Brunetta – è la scelta che si sta facendo strada nel Governo Draghi, che non vuole drammatizzare ma ha chiarito sempre che dobbiamo essere pronti nelle risposte alla pandemia”. “Chi ha il vaccino o è guarito ha accesso a tutta la vita sociale, cinema, bar, tempo libero, pranzi, e quindi è una spinta alla vaccinazione – ha aggiunto il ministro – Chi invece non ha il vaccino ma ha solo il Green pass legato al tampone subisce i vincoli del cromatismo, qualora si dovesse manifestare. In maniera tale che il ‘costo’ della chiusura ricade su chi ha fatto la scelta della non vaccinazione”. Per Brunetta si tratta di “una cosa di grande buon senso, approvata dalla stragrande maggioranza degli italiani che ha scelto di vaccinarsi. Per alcune categorie, come sanitari, Rsa e vediamo quali altre, si dovrà essere obbligati ai richiami perché devono avere sempre gli anticorpi al livello più alto. Vedremo, tra una settimana o dieci giorni, se estendere l’obbligo anche ad altre categorie, penso ad esempio ai front office della p.a. che sono più a contatto con i cittadini. Il tutto – ha concluso – per tenere aperto, e avere una crescita forte dell’economia”.

“Ho chiesto in Consiglio dei Ministri di superare lo stato di emergenza, che scade e non si può più rinnovare se non a costo di forzature istituzionali”. Lo ha detto il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, intervenendo a Mestre (Venezia) e un incontro di Forza Italia. “L’emergenza – ha spiegato – nasce per eventi catastrofici che hanno un inizio e hanno una fine, e una pandemia può continuare nel tempo. Io sarei per superare lo stato di emergenza così come l’abbiamo conosciuto, però tenendo gli strumenti commissariali, perché ci servono, ma collocandoli in una struttura non emergenziale presso Palazzo Chigi”.

Sull’obbligo vaccinale o un eventuale super green pass “siamo ancora nel dibattito. Adesso io credo che dobbiamo seguire quello che ci sta dicendo la comunità scientifica e cioè accelerare la terza dose. E noi lo stiamo facendo” per poter “affrontare la fine dell’anno e l’inizio dell’anno prossimo con più serenità”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, al Festival delle Religioni a Firenze, rispondendo a una domanda sulle proposte del ministro Renato Brunetta.

La linea, emersa dall’ultima Conferenza delle Regioni, sarebbe quella del ‘doppio binario’: un pass solo per vaccinati (e guariti) per poter andare in ristoranti, cinema, teatri, musei, stadi o a sciare e uno, ottenibile anche con il tampone, per lavorare e per i servizi essenziali. La misura potrebbe essere valida solo nelle Regioni che passeranno in zona gialla o arancione. Il governo, al momento, punta su altre strategie: durata del certificato verde ridotta a 9 mesi e terza dose per tutti il prima possibile. Ma non è escluso che il rafforzamento del Green pass, evocato da più parti e già allo studio della cabina di regia, possa diventare un’ipotesi concreta laddove i contagi continuassero a salire. Già a partire dalle prossime settimane.

In Austria e in Germania, per provare a contrastare il diffondersi del virus, è stato varato il cosiddetto modello 2G, in contrapposizione al meno stringente 3G. Con questo sistema è consentito l’accesso a tutta una serie di attività solo a chi si è vaccinato (geimpft) e a chi è guarito (genesen) dal Covid-19. Il modello 3G, che sta invece per “geimpft, genesen oder getestet” (vaccinati, guariti o testati), è valido solo per andare al lavoro o accedere ad alcuni servizi essenziali. È questo il modo in cui l’Austria – ma anche alcuni Laender tedeschi – hanno istituito il famoso lockdown dei No vax, imponendo la regola 2G per la maggior parte delle attività, e limitando così al minimo la vita pubblica di chi rientra nella categoria 3G (ovvero i non vaccinati). Il modello 2G, tuttavia, è sembrato non bastare (anche a causa della bassa percentuale di vaccinati): l’Austria da lunedì entrerà in un lockdown generale, mentre diversi regioni della Germania – come Sassonia e Baviera – stanno adottando misure restrittive sempre più stringenti.

Riccardo Annibali

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