Nel Si&No del Riformista spazio al dibattito sul mondo sportivo dopo la vittoria di Jannik Sinner dopo la vittoria nella finale dell’Atp di Vienna nella quale ha conquistato il quarto titolo del 2023 e il decimo in carriera: Jannik Sinner diventerà il numero uno al mondo? Contrario Andrea Ruggieri secondo cui: “Sinner probabilmente non riuscirà a tenere stabilmente testa a Carlos Alcaraz”. Contrario Claudio Giua, giornalista secondo cui il giovane tennista starebbe “dimostrando una crescita quasi senza paragoni”.

Qui il commento di Andrea Ruggieri: 

Premessa: io mi auguro assolutamente di sbagliare, perché tifo per Sinner come per tutti i tennisti italiani, ovviamente. Ma qualche dubbio lo conservo, sulla chance di Jannik di poter scalare la vetta della classifica Atp e diventare stabilmente numero 1 al mondo, come mi piacerebbe che accadesse. È vero, il torneo di Vienna ha messo in luce un ragazzo che, fenomenale sin dagli esordi, ma un po’ monocorde nel modo di giocare, invece adesso comincia finalmente a variare il gioco, arricchendolo e rendendolo meno scontato ancorché da sempre travolgente (picchia la palla in maniera straordinaria). Sinner a Vienna ha spesso scelto ottime e sorprendenti discese a rete, colpi sempre violentissimi come solo lui sa eseguire ma con traiettorie meno comode e scontate per gli avversari. Manca ancora un po’ di back (il rovescio tagliato che spesso ingenera un colpo più corto dell’avversario e consente dunque a chi lo esegue di entrare con i piedi in campo e aggredire, cosa che Sinner fa alla grandissima), ma insomma parliamo di un giovanissimo con margini di miglioramento notevoli e di cui si intravvede chiaramente il progresso tecnico, fisico e mentale.

Sinner, nei tornei di Slam si fa la differenza in termini di grandezza

Detto che Sinner può già oggi battere chiunque (gli manca solo di abbattere Novak Djokovic, che però avendo oggi 36 anni, in prospettiva non sarà un ostacolo alla possibile leadership dell’italiano), il punto su cui conservo un dubbio è: ma Sinner riuscirà a tenere stabilmente testa a Carlos Alcaraz, che a 20 anni ha già vinto due slam dimostrando una continuità stratosferica sui palcoscenici maggiori e vincendo con tutti i big della scorsa generazione, tolto Federer perché il più grande di sempre si era già ritirato? Perché è chiaro che se vincere aiuta a vincere, è però nei tornei dello Slam che si fa la differenza in termini di grandezza. E se non li riesci a vincere, è difficile che tu possa ambire a occupare stabilmente il gradino più alto del podio tennistico mondiale. Per riuscirci, sono richieste grande capacità tecnica, ma anche e soprattutto fisica e mentale (la vita dei tennisti infatti è usurantissima, tra spostamenti continui nei cinque continenti e un torneo alla settimana per dieci mesi l’anno). Serve una continuità di tutti questi fattori che non è affatto scontata, e che Alcaraz (perché è chiaro che sarà lui l’avversario di Jannik per la leadership nei prossimi anni) ha già dimostrato di possedere pienamente, assieme a un tennis completissimo. Alcaraz infatti vanta un atletismo incredibile, e non ha mezza lacuna sul fronte tecnico. Esegue tutti i colpi perfettamente, usa tutto il suo repertorio con grande dimestichezza, sa variare il gioco per ritmo e intensità, e ha una grinta e una personalità che fanno spavento anche nei punti decisivi, nei momenti caldi, in cui mezza incertezza costa una partita e a volte un posto nella storia (basti pensare a quanto un singolo punto abbia spostato la storia del tennis, nella finale di Wimbledon 2019, in cui Federer gettò alle ortiche, contro Djokovic, due match point sul suo servizio: ne avesse trasformato anche solo uno, oggi Federer sarebbe a quota 21 Slam, di cui 9 Wimbledon e Djokovic a 23, con 7 Wimbledon).

“Preferirei che Sinner trionfasse in diversi Slam”

Shelton, Rune, e i già presenti Tsitsipas, Medeved, Rublev comporranno il gotha dei suoi avversari per la leadership che oggi mantiene Novak Djokovic, ma che Alcaraz ha già scalfito rimontandolo a Wimbledon e mettendoselo dietro le spalle in classifica. A Sinner io auguro di riuscire a fare altrettanto, ma conservo il dubbio che abbia quella continuità, solidità e variegatezza di gioco che sono obbligatorie per riuscirci. Speriamo bene. E intanto godiamoci il lusso di avere un tennista cosi competitivo già oggi, che può battere chiunque già oggi, a prescindere dal fatto che occupi, o meno, il trono del tennis mondiale da cui si guarda dall’alto in basso tutto il pianeta. Io personalmente preferirei vederlo trionfare in diversi Slam, anche se non fosse numero 1 al mondo.