Giuseppe Conte sempre più ago della bilancia della crisi di governo, con il Movimento 5 Stelle che fa quadrato intorno alla sua figura e Italia Viva che sembra disposta a ricucire i colloqui ma non vede di buon occhio una prosecuzione con la stessa maggioranza senza un cambio di leadership. Situazione che però giova ai consensi del presidente del Consiglio, che secondo un sondaggio realizzato da Euromedia Research per conto della Rai vedrebbe un suo ipotetico partito attestarsi al 10,4%, distante soltanto 0,2 punti dall’intero Movimento.

Le intenzioni di voto al momento premiano ancora la Lega come primo partito al 24,8%, seguita dal Partito democratico (19,5%) e da Fratelli d’Italia (15,5%). Soltanto il 14,3% degli intervistati ha dichiarato che voterebbe per i 5 stelle, portando il dato complessivo dell’area di governo a rappresentare i 36,5% dell’elettorato, contro il 49% del centro destra unito. Ma ipotizzando che il premier fondi un partito tutto suo, circa il 5% degli intenzionati a votare Pd e il 4% dei grillini si direbbe disposto a sostenerlo.

La personalizzazione di Giuseppe Conte va ad incidere, seppur minimamente, anche sui sondaggi di Italia Viva. Del 2,8% degli intervistati che si sono dichiarati renziani, il 2,5% continuerebbe a sostenere l’ex premier di fronte a un nuovo soggetto politico guidato dall’avvocato del popolo.

Se Conte diventasse invece formalmente leader del Movimento 5 Stelle, farebbe aumentare l’audience dei pentastellati di 5,9 punti, portandoli al secondo posto dietro la Lega al 20,2%. La leadership di Conte è quindi ancora molto riconosciuta soprattutto all’interno della base grillina.

Secondo il campione, però, il governo non è destinato a durare ancora a lungo. “Fino alle amministrative del 2021”, è la previsione del 33,1% degli intervistati. Per il 25,1% di loro invece l’esecutivo arriverà fino al termine naturale della legislatura nel 2023, mentre il 24,1% crede che l’obiettivo sia arrivare ad eleggere il nuovo presidente della Repubblica nel 2022. Non c’è fiducia, però, che l’esecutivo indebolito dalla crisi abbia la forza di gestire gli impegni urgenti dovuti alla pandemia come Recovery Plan, campagna di vaccinazione e crisi economica. Il 50,8% si dice pessimista, i “si” sono il 30,1% mentre il 19,1% degli intervistati non sa rispondere.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.