Quella del sottomarino Titan disperso nel buio dell’Atlantico è un incubo a occhi aperti. La capsula da immersione della società Ocean Gate, specializzata in spedizioni turistiche in fondo all’oceano mirate alla “visita” del relitto del Titanic, da domenica 18 giugno scorso è sparito dai radar al largo dell’Oceano Atlantico settentrionale con 5 persone a bordo. Il sommergibile è sparito dai radar dopo 1.45 minuti di immersione. A seguito di 4 giorni, risulta ancora disperso, nonostante una massiccia operazione di ricerca da parte delle autorità statunitensi e canadesi.

Quanto ossigeno rimane davvero dentro la cabina a 4mila metri di profondità

Il Titan si stava dirigendo verso il famoso relitto, al largo della costa di St John’s, Terranova, in Canada, quando ha perso il contatto con la sua nave di supporto, lasciando le persone a bordo con ossigeno sufficiente solo per tre o quattro giorni. I funzionari della Guardia Costiera degli Stati Uniti hanno dichiarato ieri, durante una conferenza stampa, che a coloro che si trovavano sulla nave probabilmente rimangono circa 40 ore di ossigeno. Le scorte d’aria termineranno intorno alle 11.00 di domani mattina.

Non è chiaro perché il sommergibile abbia perso i contatti con la nave di supporto: quanto si trovava vicino al Titanic?

Il viaggio ha percorso prima 400 miglia nautiche fino al sito del relitto, che si trova a circa 1.450 chilometri al largo della costa di Cape Cod, nel Massachusetts, per poi iniziare la sua discesa di due ore verso il relitto, domenica mattina. Il sommergibile però ha perso il contatto con la Polar Prince, la nave di supporto che ha trasportato la nave sul sito, dopo 1 ora e 45 minuti dalla sua discesa, secondo i funzionari della società. Non è ancora chiaro cosa sia successo, perché abbia perso il contatto e quanto fosse vicino al Titanic quando è scomparso.

L’area dove si sono persi i contatti: un buco nero in fondo all’Oceano

L’area nella quale è scomparso il sommergibile si trova circa 1.440 chilometri a est di Cape Cod e lì le acque raggiungono una profondita di quasi 4 mila metri. Il piccolo sommergibile lungo 6,5 metri, ha perso i contatti con la nave appoggio canadese Polar Prince domenica. Il Canada partecipa alle ricerche con imbarcazioni e un aereo per la ricognizione marittima P8 Poseidon. La società organizzatrice della visita turistica, OceanGate Expeditions, afferma di aver intrapreso “tutte le misure possibili” per trarre in salvo i cinque dispersi.

Chi c’è a bordo del sottomarino: miliardari ed esperti. Il viaggio costato 250mila dollari a testa

Le cinque persone a bordo includono un pilota e quattro passeggeri “esperti”. Secondo ricostruzioni giornalistiche derivanti dall’attività social delle persone coinvolte, a bordo dovrebbero esserci il pilota francese Paul-Henry Nargeolet e il miliardario britannico Hamish Harding, rinomato a livello mondiale per le sue imprese. Harding lo scorso anno era volato nello spazio a bordo del quinto volo commerciale di Blue Origin, la società spaziale di Jeff Bezos. A confermare la sua presenza sul batiscafo è il figliastro Brian Szasz in un post di Facebook.

Insieme a loro c’è anche un uomo d’affari pakistano, Shahzada Dawood, e suo figlio Sulaiman Dawood, secondo una dichiarazione rilasciata dalla famiglia martedì. Shahzada Dawood è un amministratore del SETI Institute, un’organizzazione di ricerca in California. Il CEO di OceanGate Stockton Rush è la quinta persona sulla nave, come membro dell’equipaggio, come confermato da ABC News. Anche le possibilità di recupero, nel caso in cui si dovesse localizzare il punto preciso in cui si trova il sommergibile, sarebbe un’impresa, a causa della grande profondità del mare in quelle zone.

É successo anche nel 1973. Dopo 76 ore sott’acqua hanno trovato un sottomarino disperso: ma il Titanic è molto più profondo

Il salvataggio subacqueo più profondo di sempre è stato quello di Roger Chapman e Roger Mallinson, che sono stati salvati dal sommergibile Pisces III a una profondità di 1.575 piedi nel 1973. Sono rimasti intrappolati per 76 ore prima di essere finalmente trascinati in superficie.

Il relitto del Titanic però è molto più profondo, a quasi 13.000 piedi sotto il livello del mare. Il problema è però che le scorte d’aria sono sempre meno: restano ormai poco meno di 24 ore. Nella notte i soccorritori impegnati nelle ricerche del batiscafo hanno sentito dei colpi ogni 30 minuti e quattro ore dopo i dispositivi sonar dispiegati nella zona hanno rilevato altri segnali regolari.

Il sonar ha captato forti colpi provenire dal buio dell’Atlantico. Potrebbero essere ancora vivi

Nelle ultime ore, un aereo canadese che assisteva alle operazioni di ricerca ha rilevato “rumori sottomarini” nell’area interessata, per questo le operazioni si sono concentrate nei punti dai quali sembravano provenire i rumori. “Queste ricerche hanno prodotto risultati negativi ma continuano” ha poi affermato in un tweet la Guardia Costiera statunitense. “Inoltre, i dati del velivolo P-3 sono stati condivisi con i nostri esperti della Marina degli Stati Uniti per ulteriori analisi che saranno prese in considerazione nei futuri piani di ricerca”

Le ricerche andranno avanti fino a quando ci sono possibilità statistiche di sopravvivenza

Il contrammiraglio John Mauger della Guardia Costiera statunitense, che dirige le ricerche del sommergibile Titan, ha confermato a Cbs News che un aereo ha rilevato un rumore nell’acqua captato da boe sonar, ma “non conosciamo la fonte di quel rumore”.

Mauger ha spiegato che sul luogo del naufragio del Titanic c’erano molti oggetti metallici che potrebbero essere la fonte del rumore. Il capo delle operazioni di soccorso ha aggiunto che l’operazione di ricerca continuerà “fino a quando ci sarà una possibilità di sopravvivenza” e che altre navi arriveranno sul posto per unirsi ad essa, come ha riferito la Bbc.

Le rivelazioni dell’ex manager della società licenziato: “Brevettato per raggiungere i 1.300 metri di profondità”

La stampa statunitense riferisce frattanto che OceanGate Expeditions licenziò il suo direttore delle operazioni marittime, David Lochridge, per aver espresso timori in merito alla sicurezza del batiscafo sperimentale, che non ha mai ottenuto certificazioni ufficiali. I media statunitensi hanno recuperato gli atti di una causa giudiziaria del 2018 relativa al licenziamento, che riportano le obiezioni mosse da Lochridge – ex sommergibilista e sommozzatore – alla sicurezza del sommergibile disperso, il “Titan”: un mezzo piuttosto rudimentale, pilotato tramite il joystick di una consolle per videogiochi. Lochridge era stato assunto da OceanGate Expeditions a maggio 2015 ed era stato promosso a direttore delle operazioni marittime, prima di essere licenziato con l’accusa di aver divulgato informazioni confidenziali. Nella causa del 2018, l’uomo sostiene invece di essere stato allontanato per aver sollevato “preoccupazioni di sicurezza critiche in merito al design sperimentale e non collaudato del Titan”.

Scoppia la polemica sui social: “Centinaia i migranti inghiottiti dal mare”

Intervento immediato con aerei, sonar e sottomarini a comando remoto per salvare tre miliardari in gita negli abissi, inazione dolosa mentre centinaia di donne e bambini migranti sono inghiottiti dalle onde: doppi standard, reali e presunti, denunciati sui social in giorni di naufragi e ricerche. Le polemiche, con tweet e post rilanciati sul web migliaia di volta, riguardano due incidenti accaduti a migliaia di chilometri l’uno dall’altro ma a pochi giorni di distanza tra loro.

La polemica social nasce dal confronto tra i mezzi dispiegati e la rapidità dei soccorsi nel Nord Atlantico con quanto accaduto la notte tra il 13 e il 14 giugno, quando a largo della Grecia era colato a picco un barcone monitorato da tempo e poi rimasto in balia delle onde per ore: almeno 80 i morti accertati ma centinaia, secondo testimonianze concordanti, le persone inghiottite dal mare.

A twittare è ad esempio Susie Symes, economista, presidente del Museo dell’immigrazione nel Regno Unito: “C’è un contrasto doloroso tra l’intervento delle squadre di soccorso internazionali che stanno cercando le persone intrappolate nel sottomarino (speriamo ce la facciano) e la terribile mancanza di aiuto prestato ai migranti sul barcone”.

Tutto troppo ingiusto anche secondo Ben Coates, giornalista e autore, al lavoro tra la Gran Bretagna e l’Olanda: “I turisti del Titanic affondano nel sottomarino e tutto il mondo sta a guardare mentre le Marine non badano a spese per ritrovarli; centinaia di migranti affondano con un barcone sovraffollato: speriamo che sappiate nuotare, perdenti”. La stessa frase compare sul profilo di Ethics in Bricks, in italiano una sorta di “filosofia in mattoncini”. L’accusa è pubblicata sopra una foto con orsacchiotti in stile Lego lasciati da bambini annegati senza che nessuno provasse a salvarli.

 

Giulio Pinco Caracciolo

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