Il consiglio elettorale di Madrid ha accettato di richiedere a Vox di rimuovere, entro un giorno, la mega pubblicità che svetta sulla facciata di un edificio in Calle Alcalá a Madrid. La pubblicità in questione raffigura una mano che getta nel cestino la bandiera della comunità Lgbtqi+ , il simbolo dell’indipendenza catalana, il logo del movimento femminista, quello del partito comunista e l’Agenda 2030 con lo slogan “Decidi ciò che conta”. Il Consiglio elettorale di zona convoca il partito di Santiago Abascal e lo esorta a procedere al ritiro.

Il Consiglio di zona, invece, decide di non aprire un fascicolo disciplinare, pur precisando che, “in caso di reiterazione della condotta, l’apertura potrebbe essere concordata”. Per il collegio arbitrale, che ha il compito di raccogliere e valutare le lamentele, l’installazione della pubblicità “non si giustifica” nell’esercizio dell’ordinaria attività dei partiti, delle coalizioni o delle federazioni, e ritiene che il motto “Decidi ciò che conta” abbia l’intento di convincere l’elettore a sostenere Vox.

“Questo fatto potrebbe essere ammissibile se fosse fatto all’interno del sito web o dei social network del partito politico, ma l’installazione di una pubblicità sulla facciata di un edificio a Madrid presuppone un contratto commerciale, incorrendo così nel divieto” dell’articolo 53 della legge elettorale e delle istruzioni del Comitato Elettorale Centrale (JEC). Si stabilisce infatti il divieto di pubblicità o propaganda elettorale su manifesti, supporti commerciali o inserzioni su stampa, radio o altri mezzi o spazi dall’indizione delle elezioni fino all’inizio legale della campagna elettorale. E sottolineano che non si può sostenere che si svolga come attività ordinaria del partito.

Il Consiglio Elettorale di Madrid non si pronuncia sulla possibile illegittimità del contenuto della pubblicità poiché la sua missione -spiega- è quella di vigilare sulla regolarità degli atti elettorali in conformità con i regolamenti elettorali. Pertanto rimanda la decisione alle corti e ai tribunali della giurisdizione penale, che rimangono attivi durante il periodo elettorale.

Vox, da parte sua, ha risposto chiedendo l’archiviazione delle denunce, fermo restando che non avevano commesso alcuna violazione della normativa elettorale, per cui ne ha chiesto l’archiviazione. Insieme alle bandiere che una mano getta nel cestino, sulla tela compaiono parole come libertà, sicurezza, famiglia, industria, campagna e confini, oltre ad annunciare la celebrazione di un evento di festa sabato 24 giugno all’IFEMA, il chiusura dell’Assemblea Generale Ordinaria di Vox. Su un altro lato, in rosso, sono riportate le parole “imposizione, insicurezza, divisione, povertà, abbandono e invasione”, il logo del partito e il suo motto: “Decidi ciò che conta”.

Redazione

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