Il più grande blackout della storia europea. Ieri la Spagna si è bloccata, paralizzata. E così il Portogallo, Andorra e le regioni contigue della Francia. Fermi, senza energia elettrica, dalla tarda mattinata di ieri fino al momento in cui andiamo in stampa. Treni fermi, metropolitane bloccate nelle gallerie. Supermercati chiusi. L’esercito a Madrid ha presidiato fino a tarda sera tutte le strade principali per prevenire incidenti. Gli ospedali hanno garantito i soli servizi vitali, alimentati con i gruppi elettrogeni. Molto complesse le comunicazioni mobili, con la rete intermittente e i modem spenti. Il fornitore di energia transalpino, Rte, ha fatto sapere che l’origine del blackout al momento è «indeterminata», ma c’è il sospetto che dietro vi sia un cyberattacco di dimensioni inedite. Proprio dalla Rete potrebbe essere arrivata la scure che ha interrotto l’elettricità: il gruppo di hacker NoName ha rivendicato l’attacco, ma le verifiche sulla veridicità della firma sono in corso da parte delle autorità di sicurezza spagnole e portoghesi. Un ministro del governo portoghese ha azzardato: «Una operazione di cyberwar condotta da entità ostili».

La giornata particolare della Spagna

La Spagna ieri viveva in effetti una giornata particolare: a Valencia era convocato il congresso del Partito Popolare Europeo. L’evento ha messo insieme sedici capi di Stato e di governo, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, quella del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il cancelliere tedesco in pectore, Friedrich Merz. Tutti sostenitori dell’Ucraina e della pace giusta chiesta da Volodymyr Zelensky, e tutti fautori e firmatari del libro bianco ReArm Europe, poi ribattezzato «Readiness 2030». Malgrado le notevoli difficoltà pratiche, logistiche e di sicurezza, gli organizzatori hanno deciso di confermare «come da programma» la kermesse della famiglia politica più importante d’Europa.

L’ultimo avvertimento

Il Congresso riunisce più di 800 delegati e 1.200 ospiti provenienti da 40 Paesi. Tajani, che del Ppe è anche Vicepresidente decano essendo stato in carica consecutivamente dal 2002, nella mattinata di ieri ha incontrato un gruppo di imprenditori italiani poco prima del blackout e poi è stato egli stesso ad attivare l’unità di crisi della Farnesina, operando dagli uffici del Consolato italiano di Valencia. «Con l’ambasciatore d’Italia è in contatto con i consolati a Madrid e Barcellona per seguire la situazione provocata dal blackout elettrico nazionale. I cittadini italiani sono stati contattati dai consolati d’Italia e dall’Unità di crisi da Roma con messaggi che potrebbero non essere stati ancora ricevuti sui telefoni cellulari. Le autorità spagnole stanno informando che l’interruzione della corrente elettrica potrebbe essere recuperata in 6-8 ore. Nel frattempo anche la Farnesina invita a non lasciare abitazioni e uffici e ad evitare anche viaggi in auto per l’interruzione di corrente elettrica agli impianti semaforici», ha reso noto la Farnesina. «Il Ppe è la garanzia della stabilità dell’Europa, è la prima forza politica nel Parlamento, è la forza politica che ha il compito di cambiare le cose», aveva dichiarato Tajani prima che il blackout paralizzasse tutto.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.