Dopo Buffalo, un secondo tentativo di strage negli Stati Uniti. Questa volta scenario della sparatoria è stata la Geneva Presbyterian Church di Laguna Woods, nel sud della California, dove una persona è morta e cinque sono rimaste ferite, di cui una in condizioni gravi, dopo l’assalto armato di un uomo.

Al momento della sparatoria, avvenuta poco prima delle due del pomeriggio americane, le 11 di sera italiane, c’era una funzione svolta da una congregazione taiwanese nella chiesa, distante circa 80 chilometri da Los Angeles.

Ad aprire il fuoco, ha spiegato la polizia, è stato un cittadino asiatico di 60 anni che non vive nella comunità, formata in prevalenza da pensionati bianchi. Forze dell’ordine che hanno sottolineato come a fermare il 60enne, poi arrestato dagli agenti, sono stati i fedeli che erano nella chiesa in un gesto di “eccezionale eroismo e coraggio.

Il vicesceriffo Jeff Hallock, come scrive il Los Angeles Times, ha spiegato che “quel gruppo di fedeli ha dimostrato ciò che riteniamo essere un eccezionale eroismo e coraggio. Possiamo affermare con sicurezza che se non fossero intervenuti il bilancio della strage sarebbe stato peggiore“.

Secondo la prima ricostruzione dei fatti circolata sui media statunitensi gli spari hanno cominciato a risuonare alle 13,26 mentre i fedeli, una trentina di persone, erano davanti a un banchetto. L’uomo armato ha sigillato le porte della chiesa per impedire la fuga dei parrocchiani, ma è stato clamorosamente messo fuori combattimento dalle stesse ‘vittime designate’.

Stando a quanto riferito al Los Angeles Times da un testimone, Jerry Chen, la congregazione aveva appena finito di pranzare e stava scattando foto con un pastore tornato dopo due anni a Taiwan quando sono iniziati gli spari.

È il secondo attacco armato compiuto negli Stati Uniti nel giro di due giorni: sabato, a Buffalo (nello stato di New York), un ragazzo di 18 anni aveva sparato in un supermercato e ucciso dieci persone.

Redazione

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