Nessun italiano tra le vittime
Sparatoria Università di Praga, il racconto della prof. italiana: “Salva grazie al mio giorno libero. I miei colleghi barricati nelle aule”
Chiara Mengozzi vive da dieci anni nella capitale ceca: “Insegno al quarto piano dello stesso edificio della sparatoria. Ho vissuto i momenti dell’attacco al telefono con gli altri docenti”

Tra le 14 vittime della sparatoria all’Università di Praga di ieri non c’è alcun italiano. A confermarlo la polizia ceca, che durante la notte ha identificato i 13 corpi rinvenuti ieri pomeriggio nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Carolina di Praga, dove David Kozak, un ex studente ceco di 24 anni, originario di un villaggio ad una ventina di chilometri dalla capitale, ha aperto il fuoco.
Il destino ha sorriso ad una connazionale, Chiara Mengozzi 42 anni, originaria di Palmanova (Udine), e professoressa di Italianistica all’Università di Praga, città dove vive da dieci anni, che al Messaggero Veneto ha raccontato di aver evitato la strage solo grazie al suo giorno libero.
“È stato sconvolgente, avrei potuto essere anch’io tra le persone che per salvarsi si sono attaccate al cornicione dell’edificio – racconta la professoressa -. Una persona è morta cadendo dal tetto; anch’io insegno al quarto piano dello stesso edificio della sparatoria. Se non fossi stata di riposo, sarei stata lì”.
Mengozzi ha vissuto i momenti di trepidazione causati dalla furia omicida di David Kozak, cercando di mantenere calmi i colleghi rifugiati nelle aule e nelle biblioteche che l’hanno contattata subito: “Erano barricati, mi hanno chiamata immediatamente, ho trascorso la giornata al telefono”.
Strage di Praga, la Polizia aveva ricevuto una soffiata
Dalla stampa ceca emerge un retroscena sulla strage di ieri: la polizia aveva cominciato a interessarsi a David Kozak qualche ora prima. Era stata avvisata da una soffiata, riuscendo a rispondere al fuoco pochi minuti dopo. I sospetti sull’omicidio del padre e su quello di una bambina di due mesi nella foresta di Kla’novice la scorsa settimana avevano allertato i militari. Il giovane avrebbe dovuto partecipare alle 14 ad una lezione nell’edificio della facoltà, ma l’attacco in un altro plesso ha impedito di evitare la strage.
La raccolta fondi
Intanto, per aiutare le famiglie delle vittime della strage, l’ateneo ha organizzato una raccolta fondi e i cechi hanno già donato milioni di corone. Nella capitale sono stati organizzati anche centri per l’assistenza psicologica gratuita.
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