Si apre, si chiude, si rivede, ci si ripensa su, e poi di nuovi daccapo. Il governo fa marcia indietro e avanti. Parte in quinta e poi mette la retromarcia. L’argomento: spostamenti tra comuni. Il divieto il giorno di Natale, 25 dicembre, quello di Santo Stefano, il 26 dicembre, e il giorno di Capodanno. Almeno questo era stato previsto dal dpcm. Bufera subito dopo la presentazione in conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e polemiche mai sopite. L’apertura ieri: forse il divieto sarà revocato. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio spinge per permettere gli spostamenti. Definisce il divieto “assurdo”, come se stesse parlando di un altro governo, non del governo di cui fa parte. Insomma si spinge sull’acceleratore da una parte e dall’altra si tira il freno a mano. Il ministro della Salute Roberto Speranza in un’intervista a Repubblica è di tutt’altro avviso rispetto al collega grillino.

“Voglio essere chiaro: io avevo proposto di fare zona rossa tutta Italia in quei tre giorni di festa. Non cambio idea – riporta il quotidiano – La penso come la Merkel, che sembra prepararsi a nuove restrizioni. Il rischio di una terza ondata dopo il Natale preoccupa tutti i Paesi europei. Per me, il limite agli spostamenti tra i comuni è una misura che rischia di essere troppo blanda, certo non troppo rigida. Oggi contiamo 887 morti. E da giorni vedo però in giro comportamenti leggeri. Se devo scegliere tra una regola che certamente può disturbare il Natale dei cittadini, e promuovere misure che provano ad allontanare il rischio di una terza ondata, io non ho dubbi”.

E invece nelle ultime ore si va verso un limite per vietare gli spostamenti tra province più che tra comuni, queste le ultime ipotesi riportate dai media. Ieri erano arrivati anche gli appelli alla prudenza e a non allentare troppo le maglie da parte della Fondazione Gimbe. In serata i consueti appelli, soprattutto ai giovani, del commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri. “Il mio suggerimento è sempre quello di restare a casa nei giorni di festa – ha commentato il ministro – È importante. Stiamo abbassando con una fatica immane la curva, non vorrei che tutto venisse sprecato così”.

Antonio Lamorte

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