Dal carcere minorile di Nisida alla scoperta dell’arte della scultura e di un talento straordinario: è la storia di Mirea raccontata nell’omonimo docufilm realizzato dal regista Salvatore Sannino e prodotto dalla Fondazione Banco di Napoli, guidata dalla presidente Rossella Paliotto.

In questi frame Mirea fa rima di riscatto, speranza e rinascita. È la storia di chi è riuscito a immaginare oltre le sbarre della cella una nuova vita e ha avuto il coraggio di inseguirla. «L’idea è nata mentre frequentavamo il carcere minorile di Nisida – racconta Sannino – Lì abbiamo visto che, laddove esistono istituzioni capaci e famiglie che seguono i propri figli, la possibilità del riscatto esiste». Mirea vuole anche distruggere gli stereotipi di una Napoli che non lascia scampo e dove chi nasce in un posto ha già un destino scritto. «Abbiamo raccontato il riscatto di una giovane donna con delle immagini che vanno contro la narrazione che solitamente si alimenta su Napoli, fatta solo di delinquenza, omicidi e assenza delle istituzioni – prosegue il regista – Ecco, Mirea è un atto di speranza verso i giovani e verso la nostra città». La pellicola è stata finanziata e prodotta dalla Fondazione Banco di Napoli, sempre attenta al sociale e alle problematiche che affliggono la città.

«È una storia meravigliosa – commenta la presidente Rossella Paliotto – che racconta la scoperta di un talento durante la detenzione rieducativa. Mirea, infatti, scopre di essere un’artista mentre sconta la sua pena in carcere e lo scopre con l’aiuto del maestro Lello Esposito». L’artista napoletano, famoso in tutto il mondo per le sue opere che interpretano l’iconografia partenopea, trascorre molto tempo nell’istituto penitenziario cercando di insegnare i segreti della scultura ai giovani detenuti. «Nisida è e deve essere un’occasione per questi ragazzi di riscattarsi – racconta Esposito – Mirea, attraverso l’arte, ha trovato la sua strada, è diventata un’artista e ha vissuto in qualche modo anche l’infanzia perduta: attraverso la cultura si rinasce». Un messaggio di speranza e di coraggio, dunque, ma anche la dimostrazione che, quando le istituzioni sono presenti, i risultati arrivano e tanti ragazzi si lasciano alle spalle una vita che non avrebbe riservato loro nulla di buono.

«Il ruolo delle istituzioni è fondamentale e deve essere sinergico. Ognuno deve fare la sua parte – afferma Paliotto – E poi vorrei sottolineare che la pena non deve essere solo la privazione della libertà, ma anche un’occasione per aiutare i ragazzi in questa loro adolescenza così difficile e insegnare loro dei mestieri affinché, usciti da Nisida, non ripetano gli stessi errori: solo l’inclusione lavorativa e l’autonomia economica possono tenerli lontano da certi ambienti». Mirea è una ragazza con un passato difficile e un presente tutto da riscrivere: a interpretarla è Giovanna Sannino. «È stato un impegno importante dal punto di vista emotivo – racconta la giovane attrice – In questa pellicola doniamo quello che abbiamo ricevuto da Nisida e lanciamo un messaggio di speranza: con sofferenza e attraversando un percorso lungo e tortuoso, si può vincere».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.