Con la diffusione della variante Omicron e la quarta ondata di coronavirus che sta investendo l’Europa, Roma ha deciso di alzare una barriera ancora più robusta alle frontiere, imponendo test anche ai vaccinati muniti di Green Pass. Ma la misura irrita Bruxelles, che tuona: “l’Italia deve giustificare l’obbligo dei tamponi ai vaccinati che entrano nel paese”.

L’Ue non accetta la nuova stretta varata ieri dal Cdm per frenare la nuova ondata anti-Covid che si concentra su chi fa ingresso in Italia dai Paesi dell’Unione Europea. Sono stati proprio i ministri della Salute e degli Esteri, Roberto Speranza e Luigi Di Maio a invertire la rotta, scatenando polemiche. Per chi arriva anche da Paesi dall’Ue ma non è vaccinato non sarà sufficiente mostrare il tampone negativo per circolare in Italia, ma si incorrerà nell’obbligo di quarantena. Non solo. Anche ai vaccinati verrà chiesto di mostrare l’esito di un tampone negativo. Sono prorogate inoltre le misure già previste per gli arrivi dai Paesi Extraeuropei.

L’Unione europea chiede spiegazioni sulla misura adottata dall’esecutivo italiano. Ed è alto il timore di vedere annullati tutti gli sforzi messi in campo per combattare la diffussione del coronavirus. A lanciare l’allarme è la vicepresidente della Commissione europea, Vera Jourova, che ritiene necessaria una giustificazione “sulla base della situazione reale”.

La vicepresidente ha sottolineato come le decisioni individuali degli Stati membri potrebbero avere un impatto negativo “circa la fiducia delle persone rispetto a condizioni uguali in tutta Europa”, pur rilevando come sia diritto dei singoli Paesi attuare tali misure. La misura adottata da Roma, lascia intendere Jourova, sarà discussa al Consiglio europeo di domani.

Bruxelles vuole infatti blindare il regolamento introdotto dalla Commissione Ue sul Green pass che concede l’autorizzazione ai cittadini europei di viaggiare in tutta l’Unione senza restrizioni nel caso in cui siano vaccinati, oppure siano in possesso di un risultato negativo a un tampone o di un certificato che ne attesti l’avvenuta guarigione dal Covid.

La vicepresidente sottolinea, infatti, che “il certificato verde non è morto” ed “è uno dei progetti di maggior successo dell’Unione negli ultimi anni perchè aiuta le persone a viaggiare, il turismo a sopravvivere e i servizi ad andare avanti”, ha evidenziato ancora la commissaria, precisando che gli Stati membri hanno il potere di introdurre requisiti aggiuntivi al Green pass, ma l’auspicio è che scelte di questo tipo non facciano “morire il certificato”.

La Commissione Ue teme che nelle prossime ore altri paesi membri seguiranno l’esempio italiano. Il Portogallo l’ha già fatto e non si esclude un inasprimento da parte di diverse capitali europee.

Per Bruxelles la scelta del governo italiano di fissare tamponi in ingresso anche per chi ha il passaporto vaccinale sembra un passo indietro rispetto alla filosofia seguita finora nell’Unione europea con il green pass. Ma con l’ammissione dell’Ue della legalità della misura, Roma tira dritta.