È stata raggiunta e superata la quota delle 64 firme per richiedere il referendum confermativo per la legge sul taglia poltrone. Già oggi nel pomeriggio i promotori della della consultazione popolare potrebbero consegnare in Cassazione le firme. Ieri il ritiro da parte di 6 parlamentari di Forza Italia e due del Partito Democratico aveva messo a rischio la richiesta. A quanto si apprende, sono 3 i parlamentari della Lega che hanno firmato la richiesta di referendum confermativo per la legge che taglia il numero degli eletti per Camera e Senato.

LE CRITICHE DEI 5 STELLE – Fonti M5s sottolineano che, nella raccolta delle firme per il referendum, “non hanno resistito alla voglia di tenersi strette le poltrone e a quanto pare è arrivato ‘l’aiutino’ della Lega” E chiariscono: “Non vediamo l’ora di dare il via alla campagna referendaria per spiegare ai cittadini che ci sono parlamentari che vorrebbero bloccare questo taglio, fermando così il risparmio di circa 300mila euro al giorno per gli italiani che produrrebbe l’eliminazione di 345 poltrone”.

LA MOBILITAZIONE DEI RADICALI – A favore del referendum si era no schierati da tempo i Radicali, che avevano avviato una raccolta firme. La conta si è fermata però a quota 669, contro le 500mila necessarie. L’elenco è stato comunque depositato per “verbalizzare la violenta censura attuata dai media e dal servizio pubblico, media e servizio pubblico ai quali non a caso si è rivolto per la prima volta nel discorso di fine anno il presidente della Repubblica”, accusa il Partito Radicale in una nota.

LA GIORNATA DI IERI – Giovedì a sorpresa erano saltate le firme di alcuni senatori per chiedere la consultazione popolare. I promotori del referendum costituzionale sulla riforma che taglia il numero dei parlamentari, all’ultimo, non si erano presentati in Cassazione per la defezione di 6 parlamentari di Forza Italia e due del Partito Democratico.

COSA PREVEDEVA LA LEGGE – Il nuovo assetto parlamentare, col calo da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori, era stato approvato con una maggioranza bulgara lo scorso 8 ottobre alla Camera: avevano votato a favore Movimento 5 Stelle, Pd, Italia Viva, Leu, Forza Italia, lega e Fratelli d’Italia.

LO SCENARIO – La sensazione, o meglio il sospetto, è che si voglia andare a votare presto, come sempre è successo all’indomani dell’accordo su una nuova legge elettorale. Il referendum costituisce un effetto-freno rispetto alla possibilità di andare al voto immediatamente, e dunque l’idea che si fa strada è che la tentazione delle urne avrebbe ormai conquistato molti, tra maggioranza e opposizione

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