Si rinforza l'idea delle riaperture a maggio
Tegola Johnson&Johnson, Speranza rassicura sullo stop per le trombosi: “Solo cautela, va usato”
Nuovo colpo di scena nella campagna vaccinale. Questa volta riguarda il vaccino Johnson&Johnson, il monodose tanto atteso che avrebbe dovuto imprimere un nuovo ritmo alla corsa contro il covid. Probabilmente verrà sospeso negli Stati Uniti, a quanto fanno sapere le autorità sanitarie americane. La Food and Drug Administration e i Centers for Disease Control smetteranno infatti di usare il vaccino nei siti federali e solleciteranno gli Stati a fare altrettanto. A far scattare il campanello di allarme sei casi di trombosi, nelle due settimane successive alla somministrazione. Tutti i casi su donne tra i 18 e i 48 anni. Una è morta, un’altra è ricoverata in gravi condizioni. Circa sette milioni le persone che hanno ricevuto il monodose negli Usa.
In Europa sono attese per il 2021 200 milioni di dosi del siero. J&J ha ritardato il lancio del farmaco consegnato proprio oggi anche in Europa. Una decisione “in un’ottica di trasparenza e in attesa delle valutazioni delle autorità sanitarie europee”. L’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) sta indagando dalla settimana scorsa, a quanto emerso, sui casi tromoboembolici che si sono verificati negli Usa. “Non è chiaro se esista un’associazione causale”, il commento dell’Agenzia.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha detto che “valuteremo nei prossimi giorni, appena Ema e gli Usa ci daranno notizie più definitive, quale sarà la strada migliore ma io penso che anche questo vaccino dovrà essere utilizzato perché è un vaccino importante. Le Regioni – ha aggiunto sul piano vaccinale – devono stare a questa impostazione perché chi è più anziano rischia di perdere la vita”. Il direttore dell’Agenzia Italiana del Farmaco Nicola Magrini rassicura: “Il vaccino J&J è altamente sicuro con rapporto rischio beneficio chiaramente favorevole come è stato dimostrato dagli studi” ma “ci sono molte similitudini con il vaccino AstraZeneca, le limitazioni sono quindi possibili e ragionevoli e sarà probabilmente la direzione verso la quale ci si muoverà tutti assieme. I dati parlano di rarissimi eventi, 6 casi su 7 milioni di vaccini, non modifica il rapporto beneficio rischio di questo farmaco è una pausa di grande cautela, forse eccessiva in fase pandemica”.
Pura cautela dunque sul siero monodose che non manca però di far sorgere diverse perplessità. Il rischio è di ricadere in timori simili a quelli scatenati da AstraZeneca: autorizzato, sospeso, reintegrato, limitato con raccomandazione. Anche il virologo e consigliere della Casa Bianca Anthony Fauci ha comunque rassicurato sul caso. Molti Stati si stanno adeguando all’indicazione delle autorità federali. La differenza principale con l’Europa è che però “la pausa al vaccino Johnson&Johnson non avrà un impatto significativo sul nostro piano di vaccinazioni”: insomma gli Stati Uniti hanno sufficienti disponibilità per mantenere l’attuale velocità di vaccinazioni, come affermato la Casa Bianca. Agli americani che si erano prenotati per il vaccino Johnson&Johnson sarà offerta un’alternativa. Gli accordi siglati con Pfizer e Moderna sui vaccini coprono infatti 300 milioni di americani.
L’Italia oggi ha accolto 184mila dosi del siero monodose, però bloccato. Con le 175mila di Vaxzevria (ex AstraZeneca) e le altre fanno parte dei 4,2 milioni di dosi attese tra il 15 e il 22 aprile. “Non allarmiamoci, il numero dei casi sospetti di Johnson&Johnson è inferiore a quelli di Astrazeneca, ma non vuol dire che non sono sicuri, è più pericoloso non fare il vaccino”, ha detto il ministro Mariastella Gelmini a Tgcom 24 sul caso esploso negli Usa.
Il ministro Speranza si è intanto detto fiducioso sulle riaperture nel mese di maggio: “Lecito aspettarsi delle riapertura per maggio ma verificheremo i dati giorno per giorno come è giusto. L’ipotesi di lavorare in modo particolare sull’aperto personalmente mi convince molto, poi dovremo naturalmente confrontarci, ma tutti i dati indicano che all’aperto c’è una minore possibilità di contagio e quindi credo che la stagione che sta arrivando potrà aiutarci a recuperare alcune attività all’aperto”.
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